SEMPLIFICARE NON COSTA
Cento scadenze fiscali in un solo giorno. Una riduzione è necessaria. E si può discutere da dove iniziare a usare le forbici. Ma c’è una riforma che non costa: la semplificazione.
Basta il numero: oltre 100 scadenze fiscali concentrate nella giornata di ieri. Per un importo attorno ai 23 miliardi. Un appuntamento importante per lo Stato, i suoi conti e noi tutti. E che ci ricorda una volta di più che cosa significhi per i cittadini il Fisco: non solo l’obbligatorio contributo al funzionamento della macchina pubblica, un doloroso salasso al portafoglio che ha pochi termini di paragone nel mondo, ma che porta con sé l’odioso fardello delle complicazioni burocratiche. La direzione che, almeno nelle intenzioni, sembra aver preso il governo di una riduzione delle tasse è quella giusta. Un taglio all’imposizione fiscale ha il doppio effetto di dare ossigeno a cittadini e imprese rendendo il Paese più competitivo. Si potrà discutere sulle categorie da privilegiare. Anche se non si dovrebbero avere dubbi quando la crescita resta anemica e produce così pochi posti di lavoro. Agevolare le imprese esistenti e quelle che stanno per nascere dovrebbe essere l’imperativo. Si dovrebbe guardare al futuro, a renderlo più attraente per chi ha voglia e spirito di impresa, per chi intende investire o vuole farlo. Soprattutto quando si dispone di risorse scarse, il taglio dovrebbe essere finalizzato a creare più ricchezza e quindi paradossalmente a incrementare la torta delle entrate, delle tasse. Sperando di poter aiutare così anche chi deve combattere con redditi (come le minime) poco edificanti. La politica troppo spesso più che al futuro bada al presente degli elettori, di chi nell’urna vota qui e adesso. Ebbene, riguardando quel numero abnorme di scadenze fiscali, ognuna delle quali con una propria ragione e motivazione sicuramente inoppugnabile, si dovrebbe continuare con maggiore impegno su una di quelle riforme che non costano, che ci aiutano e che sono racchiuse in una sola parola: semplificare.