La scheda
Oggi il caporalato è un’attività che mira allo sfruttamento a basso costo di manodopera fatta lavorare abusivamente e illegalmente a prezzi inferiori rispetto a quelli del tariffario regolamentare e senza il versamento dei contributi previdenziali
Il fenomeno è molto diffuso in Italia, spesso collegato a organizzazioni malavitose, e colpisce le fasce più deboli della popolazione, come i lavoratori immigrati
Secondo le stime sono 400 mila i lavoratori coinvolti nel caporalato nel nostro Paese, di questi 100 mila sono in condizioni di grave assoggettamento. L’80 per cento è costituito da stranieri, che ricevono un salario giornaliero di circa la metà rispetto a quello stabilito dai contratti nazionali
Il fenomeno non è limitato al Mezzogiorno: è anzi in aumento nel Nord e nel Centro del Paese. I distretti agricoli in cui si pratica il caporalato sono 80. In 33 di questi sono state riscontrate condizioni di lavoro «indecenti» e in 22 «di grave sfruttamento»
Il caporalato danneggia il Paese per oltre 600 milioni di euro all’anno: è questo l’ammontare del mancato gettito contributivo dal nostro inviato
I nuovi schiavi d’Europa vivono nel Tavoliere, nella Puglia glamour delle vacanze a cui si contrappone quella dei ghetti. Uno peggio dell’altro, se avesse senso mettere a confronto dei ghetti.
«Noi siamo europei ma siamo trattati peggio dei neri». A Borgo Mezzanone — borgata nata dalla bonifica fascista a una decina di chilometri da Foggia (pur essendo frazione di Manfredonia) — c’è il ghetto dei bulgari. Niente acqua corrente, niente bagni e adesso anche niente lavoro nei campi. «Ci sono pochi pomodori (il 30 per cento in meno rispetto al 2015, ndr) — racconta Mirko, in Puglia da quattro anni con la famiglia — e se ci va bene, quest’anno, lavoreremo 7 o forse 10 giornate nell’intera stagione: per la raccolta preferiscono i neri, più giovani e forti».
Il ghetto dei bulgari è meno conosciuto di quello africano, il Gran Ghetto di Rignano Garganico. È anche più piccolo — 1.000 abitanti contro 2.500 — ed è «solo» un insediamento abusivo al contrario dell’altro, sotto sequestro (con facoltà d’uso) da marzo. Ma tra un ghetto e l’altro c’è una differenza fondamentale: in quello dei bulgari ci sono i bambini, tanti bambini. In quello africano no. Bimbi e ragazzi per i quali, tra roulotte e baracche delle favelas del Tavoliere, non Il Ghetto A Borgo Mezzanone c’è il «Ghetto dei Bulgari» dove tra roulotte e baracche vivono abusivamente anche molti bambini