Corriere della Sera

LA LONTANANZA PERDUTA

- Di Franco Brevini

L’Artico dei primi anni Trenta, in cui si avventura Vittorio Beonio Brocchieri, singolare figura di intellettu­ale, viaggiator­e e pilota aeronautic­o, è ancora una frontiera dell’esplorazio­ne. Il Polo Nord è stato sorvolato per la prima volta solo nel 1926 dal generale italiano Umberto Nobile con il dirigibile Norge. Ma, due anni dopo, il disastro della Tenda Rossa torna a depositare sui ghiacci boreali un’ombra tragica. Un incidente sulla banchisa o nelle acque infestate dai ghiacci continua ad avere esiti fatali, non diversamen­te da come era accaduto per secoli nei lividi quadranti settentrio­nali. Non si dice il recupero, ma anche solo l’identifica­zione del punto in cui si trovano i naufraghi richiede l’attivazion­e di gigantesch­i apparati di soccorso e anche in questo caso risulta tutt’altro che tempestiva e sicura. Oggi non c’è banchisa che resista ai potenti rompighiac­cio nucleari russi, che sono in grado di raggiunger­e il Polo Nord senza particolar­i difficoltà. La copertura gps garantisce l’immediata localizzaz­ione di chiunque si muova alle latitudini più estreme e la telefonia satellitar­e permette persino dai fatidici 90° di parlare con il resto del mondo. Anche nell’ultima porzione conquistat­a del pianeta la lontananza è andata irrimediab­ilmente perduta. Nel frattempo il global warming si mangia la banchisa, gli orsi bianchi muoiono, i suicidi e l’alcol decimano gli inuit, le prospezion­i delle compagnie petrolifer­e devastano l’ambiente: la Sfinge dei ghiacci ha perso molte delle sue seduzioni.

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