IL COMPROMESSO STRATEGICO PER CUI LAVORA BERLINO
Non è solo Ventotene: per Angela Merkel, anzi, questa sarà una settimana di intensità straordinaria. Una vera e propria offensiva diplomatica diretta a gran parte delle capitali europee. Qualcosa che per portata e intensità non ha precedenti nell’azione di un capo di governo tedesco. L’obiettivo può sembrare ovvio ma tocca la questione centrale in Europa oggi: tenere unita la Ue non solo nel post Brexit, probabilmente meno drammatico di quanto molti temevano, ma soprattutto sulla questione della sicurezza, che vuole dire terrorismo, profughi, Russia a Turchia. A Berlino (ma anche a Bruxelles e in altre capitali) si ritiene che su questo versante sia arrivato il momento di tenere assieme tutti i punti di crisi, quasi in un pacchetto unico sulla base del quale cercare un compromesso tra interessi europei diversi.
Mercoledì, Frau Merkel volerà a Tallin, Estonia, dove tra le altre cose visiterà un centro di eccellenza della Nato sulla cyber sicurezza. I Paesi dell’Est europeo sono, dal punto di vista della cancelliera, la chiave per il successo della sua iniziativa diplomatica. Il nuovo attivismo di Mosca in Ucraina nelle ultime settimane e l’intensificarsi delle tensioni tra il Cremlino e la Casa Bianca (e soprattutto con il campo di Hillary Clinton) le fanno ritenere che la questione dell’aggressività russa sia essenziale per l’Europa, qualsiasi sia l’esito delle presidenziali americane in novembre. Le capitali dell’Est sono preoccupatissime e Berlino ritiene che vadano rassicurate: in cambio però di una loro maggiore disponibilità a discutere di accoglienza dei rifugiati e di rapporto (da conservare) con la Turchia.
Per questo, il giorno dopo volerà a Praga, per un incontro con il governo ceco e il 26 sarà a Varsavia per un meeting bilaterale con l’esecutivo polacco ma anche per una riunione dei primi ministri del gruppo di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia). Merkel vuole arrivare al Consiglio europeo di Bratislava, il 16 settembre, con i Paesi dell’Est disposti ad accettare un compromesso sul dossier della sicurezza (intesa complessivamente).
Dal momento che la relazione con Mosca è ritenuta un punto di crisi grave anche dai Paesi del Nord Europa, il 26 sera la cancelliera incontrerà i capi di governo di Olanda, Svezia, Finlandia e Danimarca al castello Meseberg, nei pressi di Berlino. Il giorno dopo, stesso castello, meeting con i leader di Slovenia, Bulgaria, Austria, Croazia, Paesi chiave sulla strada dei flussi dei rifugiati dal Medio Oriente, soprattutto se dovesse riaprirsi la rotta balcanica.
Entro fine settimana, oltre a Renzi e a Hollande, Merkel avrà incontrato 13 capi di governo. Nelle prossime settimane, prima del summit di Bratislava, ne vedrà altri. A Berlino il senso di urgenza per le crisi multiple della Ue è alto e la cancelliera ritiene che la Germania non possa esimersi da una leadership anche maggiore di quella mostrata negli anni scorsi. L’obiettivo è tenere unita la Ue e il governo tedesco è convinto che, oggi, ciò possa essere fatto solo su iniziative concrete che rispondano alle domande dei cittadini, non su disegni generali di carattere istituzionale. La sicurezza – tra terrorismo, tensioni ai confini dell’Europa e profughi – è considerata il terreno principale sul quale raggiungere un «compromesso strategico» nella Ue.
Realismo L’obiettivo è tenere unita l’Ue con iniziative concrete che rispondano ai cittadini