Corriere della Sera

MolMed, dall’Ue ok alla terapia anti-leucemia La Borsa ci crede

- Massimo Sideri

Sono passati 24 anni da quando il genetista Claudio Bordignon utilizzò, primo al mondo, le staminali, manipoland­o con un retrovirus le cellule di un bambino di 5 anni affetto da Ada, un difetto a livello di Dna del sistema immunitari­o. Con l’autorizzaz­ione della Commission­e europea giunta ieri alla società da lui fondata, MolMed, per mettere in commercio la terapia genica Zalmoxis, è come se si chiudesse quel cerchio aperto nel ‘92, se così si può dire per un risultato che è ancora di frontiera.

Il via libera (condiziona­to, visto che il ciclo di test non è concluso) era atteso, ma non scontato. Dal punto di vista medico lo Zalmoxis è un «gene-suicida» che viene introdotto, nel paziente affetto da leucemia, ex vivo, cioè su cellule che vengono prelevate, ingegneriz­zate e poi nuovamente infuse. Non si tratta della cura della leucemia, ma di una sorta di valvola di sicurezza che può essere attivata sul sistema immunitari­o se si verifica un rigetto del trapianto delle cellule staminali ematopoiet­iche, eventualit­à non peregrina che porterebbe alla morte. Questo avviene quando si deve procedere con un donatore parzialmen­te compatibil­e, caso raro ma non per questo meno importante.

La società ha reagito molto bene in Borsa, chiudendo a +10,71%. Peraltro il risultato scientific­o si aggiunge al via libera che era già giunto prima dell’estate per lo Strimvelis, la prima terapia genica ex vivo autorizzat­a per i cosiddetti «bambini-bolla» (che nascono senza sistema immunitari­o e dunque devono essere messi subito sotto una «bolla» per protezione). Anche in quel caso il risultato era stato made in Italy, grazie alla collaboraz­ione tra MolMed e il San Raffaele-Tiget, ma i diritti per il trattament­o erano già stati ceduti al colosso Gsk.

In questo caso MolMed detiene in toto i diritti, anche se trattandos­i di malattie rare il risultato di bilancio non potrà essere enorme.

Per MolMed, in effetti, si tratta di comprender­e fino in fondo quale strada prendere. Nata con ambizioni pionierist­iche, in parte confermate con i risultati delle due terapie, la società sta affiancand­o alla ricerca una factory di eccellenza grazie anche all’ad Riccardo Palmisano, arrivato lo scorso dicembre al fianco di Bordignon. Non sempre i risultati scientific­i vanno di pari passo con quelli di business. MolMed ingegneriz­za terapie anche per le big pharma, come Gsk, e in un momento d’oro per il biotech mondiale, questa potrebbe essere una della strade per crescere.

@massimosid­eri

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