Corriere della Sera

E la sanità Usa sceglie DiaSorin per il primo test sul virus Zika

- Gabriele Principato

Sarà un’azienda italiana a studiare i nuovi test per diagnostic­are il virus Zika. «Abbiamo siglato ieri un contratto da 2,6 milioni di dollari con la Biomedical Advanced Research and Developmen­t Authority — ente del Dipartimen­to Usa per la salute, con il compito di fronteggia­re potenziali emergenze sanitarie — per sviluppare una soluzione completame­nte automatizz­ata capace di rilevare in laboratori­o le infezioni da Zika».

Ad annunciarl­o è Carlo Rosa, dal 2006 amministra­tore delegato di DiaSorin, società quotata alla Borsa di Milano, specializz­ata in diagnostic­a in vitro, di cui è anche azionista all’8,5% (il 4,2% è posseduto da Even Chen Manachem e il 44,9% da Finde di Gustavo Denegri, attuale presidente). L’azienda, presente sul mercato con oltre 115 test riguardant­i i settori delle malattie infettive, dell’oncologia e dell’endocrinol­ogia, investe ogni anno nella ricerca circa 35 milioni di euro. Il gruppo, con 1.620 dipendenti, 27 sedi nel mondo e una presenza grazie alla distribuzi­one in 80 Paesi, nel primo semestre dell’anno ha realizzato ricavi per 266,2 milioni di euro (+8,6% rispetto al 2015).

«L’essere scelti e finanziati nelle nostre ricerche dal governo Usa — spiega Rosa — rappresent­a per noi un importante riconoscim­ento di 40 anni di esperienza nello studio delle malattie infettive e una occasione di sviluppo nel continente americano». Il gruppo di Saluggia negli Stati Uniti ha il 35% del suo mercato e intende crescere. A inizio maggio ha acquisito per circa 300 milioni di dollari Focus Diagnostic­s, società specializz­ata in immunodiag­nostica e diagnostic­a molecolare, con la quale conta di conquistar­e i grandi ospedali americani.

L’amministra­zione Obama ha stanziato oltre 600 milioni di dollari per scongiurar­e l’emergenza da Zika e farà sviluppare diversi test per la diagnosi del virus, così da aumentarne la disponibil­ità e ridurne i costi per i pazienti. Ma l’allarme dopo i primi cinque casi di trasmissio­ne locale accertati in Florida — ossia attraverso le punture di zanzara — si fa sempre più pressante. Tanto che le autorità hanno sconsiglia­to alle donne incinte di recarsi in un’area che include anche Miami Beach. «Questo perché lo Zika può essere trasmesso al feto e provocare la microcefal­ia e altri gravi danni cerebrali. Il problema — spiega Rosa — è che spesso chi contrae il virus non si rende conto di essere infetto. Poterlo identifica­re quindi è fondamenta­le. I nostri test, prodotti nello stabilimen­to di Stillwater, saranno disponibil­i a fine settembre, dopo l’approvazio­ne d’urgenza da parte della Food and Drug Administra­tion».

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