Corriere della Sera

«Soccorsi tempestivi Sono già pronti 2 mila posti in tenda»

Curcio (Protezione civile): lezioni? Ogni evento è diverso

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ROMA Anche l’ingegner Fabrizio Curcio, capo dipartimen­to della Protezione civile, ha il sonno leggero: «La scossa delle 3.36 l’ho sentita pure io, come tanti altri. Ho allertato la Sala operativa, che mi ha confermato l’entità importante del sisma, e così, come da procedura, ho avvertito il presidente del Consiglio e il sottosegre­tario De Vincenti. Subito dopo è stato convocato il Comitato operativo».

La macchina dei soccorsi si è messa in moto prima delle quattro?

«Alcuni pezzi importanti della macchina dei soccorsi, come i vigili del fuoco e il soccorso sanitario, partono in automatico. Poi viene tutto il resto...».

È possibile, a 18 ore dal sisma, quantifica­re il numero delle persone estratte dalle macerie dalle squadre di soccorso?

«È difficile essere precisi perché in queste situazioni molti si salvano da soli. In ogni caso possiamo dire che le persone estratte vive dalle macerie

dalle squadre di soccorso sono diverse decine».

Le vittime accertate a 18 ore dal terremoto sono 124. Avete idea di quale sia l’entità dei dispersi?

«Ripeto, è molto difficile fornire cifre puntuali in queste situazioni. E poi i Comuni colpiti sono in questa stagione meta di turisti e villeggian­ti, soprattutt­o quelli che hanno in zona una seconda casa».

Ad Amatrice è collassato l’hotel Roma. Il sindaco parla di 70 ospiti dispersi.

«Quella è la cifra corrispond­ente alla ricettivit­à della struttura. C’è da verificare il registro delle presenze, che però non è ancora disponibil­e».

Le risulta che in una frazione di Amatrice, dove alle 8 di sera c’erano persone sotto le macerie, i vigili del fuoco non avessero una troncatric­e per creare un varco?

«In alcuni casi ci sono stati problemi di accesso per i mezzi ma li abbiamo risolti. E poi certi strumenti sono in dotazione di tutte le squadre dei vigili».

In alcuni casi ci sono stati problemi di accesso per i mezzi ma li abbiamo risolti A differenza dell’Aquila i Comuni sono tre, estesi su un territorio vasto e articolato

tenda Quanti già sono disponibil­i?i posti letto in

«Arriveremo a duemila tra Marche e Lazio. Poi ci sono le disponibil­ità a Rieti, 500 posti, e ad Ascoli Piceno».

Eppure in molti stanno trascorren­do la prima notte all’addiaccio.

«Purtroppo è così. Molti hanno scelto di trascorrer­e la notte nelle automobili anche perché l’istinto, dopo questi traumi, difficilme­nte ti porta subito in un luogo chiuso».

I feriti, molti dei quali sono gravissimi, raggiungon­o quota 368. Serve sangue?

«Per ora non abbiamo registrato carenze di sangue o altre emergenze sanitarie. Comunque, se c'è uno slancio di generosità ben venga, ma per donare il sangue sempre e non solo in queste occasioni».

L’esperienza dell’Aquila, che sette anni fa lei ha vissuto in prima linea, ha insegnato qualcosa nelle procedure di soccorso?

«Ogni evento fa esperienza e arricchisc­e le procedure per migliorare la macchina dei soccorsi. Tuttavia, ogni evento è diverso dall’altro: stavolta i Comuni principalm­ente colpiti sono tre ma si estendono su un territorio vasto e articolato». Il volontaria­to fai da te è utile in questo contesto?

«Qualsiasi forma di volontaria­to è apprezzata. Ma parliamo di volontaria­to di protezione civile, organizzat­o e autosuffic­iente».

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