Corriere della Sera

Accumoli, Amatrice, Norcia: la scossa del settembre 1979

- Di Guido Vigna

Seconda notte sotto le stelle nella Val Nerina sconvolta dal terremoto. Una notte fredda, già d’autunno, dopo il gran sole che ieri ha battuto sulle macerie. Almeno 3 mila persone, 24 ore dopo le scosse devastanti, si sono accampate alla meglio. Di tende da Roma ne sono arrivate poche. Dicono 200, non una di più. Sono sfilate parecchie autorità in questa valle dissanguat­a dall’emigrazion­e, da sempre martirizza­ta dai terremoti (una paura antica, secolare). Elicotteri e «auto blu» hanno portato però una solidariet­à solo formale. I soccorsi tardano, i camion si sono bloccati nelle strade franate, dove ancora ieri pomeriggio pezzi di roccia cadevano all’improvviso. Forse oggi il capitolo «soccorsi» potrà inserirsi in questa tragedia che ha ancora contorni non conosciuti. Si conoscono solo i morti ed il terrore della tragica notte di mercoledì. Per i danni il bilancio sarà laborioso. Ma già gli occhi propongono fotografie eguali di devastazio­ni e macerie. È un miracolo che le vittime siano state solo 5. Dicono negli improvvisa­ti centri di soccorso di almeno 2 mila case distrutte o danneggiat­e. (...) A Norcia 700 famiglie hanno chiesto una tenda. A Cascia almeno in 500. (...) Terra di gente povera, attaccata alle tradizioni, che non ha mai ceduto alle lusinghe della città e che in tre minuti ha perso tutto. Casa e bestie, orti e campi. In molti campi non si contano le carogne. (...) Dopo la Val Nerina è la Sabina la zona più colpita dal terremoto. La furia s’è abbattuta in particolar­e su Cittareale, Leonessa, Accumoli e Amatrice, paesi che confinano con l’Umbria. A Cittareale, l’80% delle case è danneggiat­o, un buon 50% inabitabil­e. Un’intera frazione, Trimezzo, quaranta case, cento abitanti, è stata cancellata.

Stralcio dall’articolo «Immagini della paura e della rovina» del Corriere d’Informazio­ne del 21 settembre 1979

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