Sempre più stretto il percorso del repubblicano verso la presidenza
DALLA NOSTRA INVIATA
La corsa di Donald Trump verso la Casa Bianca è sempre più in salita. Per prevalere contro la rivale democratica Hillary Clinton dovrebbe vincere in una serie di Stati in bilico — Ohio, Florida, Pennsylvania, North Carolina — dove il miliardario e candidato repubblicano si ritrova invece dietro alla rivale, secondo i più recenti sondaggi. A Hillary, al contrario, basterebbe vincere uno soltanto di quei quattro, perché ha già il vantaggio di un numero più ampio di Stati storicamente democratici. La candidata si sta preparando al primo dibattito televisivo con Trump a fine settembre, ma nel frattempo ha già messo a punto la sua agenda per la transizione. Ha ritirato i propri spot elettorali dal Colorado e dalla Virginia, contesi nelle ultime due elezioni, ma dove si sente ormai sicura grazie al voto delle minoranze che non sentono l’appeal del miliardario, nonostante i suoi recenti appelli. Diversi modelli di simulazione del voto, tra cui quello di «FiveThirtyEight.com» di Nate Silver e «Upshot» del New York Times, danno a Trump una probabilità tra il 15 e il 30% di vittoria. Anche alcuni commentatori conservatori ammettono che la sfida di novembre è sempre più difficile per lui, e persino il sito conservatore «DrudgeReport» ha smesso di mostrare un sondaggio nazionale in controtendenza che vedeva Trump indietro solo di due punti. Gli unici a negare tutto sono i portavoce di Trump. Uno di loro interpellato dalla Cnn ha risposto: «Chi lo dice? Quali sondaggi?». Alla risposta della giornalista —«Tutti» —è rimasto zitto per un attimo. Il dubbio è se Hillary vincerà a valanga oppure di misura. Il Washington Post ieri teorizzava che prevarrà con ben 347 voti elettorali contro 191 (ognuno dei 50 Stati americani e Washington DC hanno un numero di voti elettorali corrispondente alla popolazione ma nessuno ne ha meno di 3). Il sondaggista democratico Peter Hart invece sostiene che «se la gente inizia a credere che Hillary possa vincere con ampio vantaggio, potrebbero andare alle urne per un voto di protesta, semplicemente per non darle questa soddisfazione». Hillary guarda con favore alla Pennsylvania, lo Stato di suo padre, che la porterebbe a superare i 270 voti elettorali: Trump deve conquistare quello Stato a tutti i costi; ma in questo momento lei è avanti di 9 punti. Quello che preoccupa alcuni è l’accusa senza precedenti rivolta dal miliardario al sistema democratico americano: Trump ha detto che, se Hillary vince in Pennsylvania, sarà per via di brogli elettorali. La gente scenderà in piazza per lui? Lo vedremo a novembre.