L’assessora di Appendino a lezione da Prodi: «Mi sento laica»
Quando l’ha saputo, al suo arrivo per l’inaugurazione, Romano Prodi se n’è uscito con una battuta sorniona: «E come ha fatto ad arrivare fin qui...?». Stupore ma anche curiosità nell’apprendere che tra gli «allievi» della Summer School Emilio Sereni, promossa dall’Istituto Alcide Cervi (costituito, tra gli altri, dall’Anpi) presieduto dall’ex parlamentare pd Albertina Soliani, c’è anche Federica Patti, assessore all’Istruzione nella giunta di Torino guidata da Chiara Appendino (M5S). «Mi sento molto laica. Sono venuta per confrontarmi» spiega mostrando sorpresa per la curiosità di chi si meraviglia a vederla in prima fila a prendere appunti durante la «lectio» di Prodi. Architetto al suo debutto in politica, non nega di aver ideali vicini a quelli di sinistra. «Ma mi riconosco pienamente — precisa — nelle idee e nei programmi della sindaca Appendino». Alla Summer School di impronta prodiana, dove si affronta il tema «Abitare la terra» nell’ambito del progetto di valorizzazione del paesaggio agrario, Patti è venuta «con la curiosità del tecnico che vuole approfondire le questioni». Il confronto le serve perché tra le prime iniziative del suo nuovo incarico c’è il Festival dell’educazione che andrà in scena a Torino dal 24 al 27 novembre (impegnativo il titolo scelto: «Connessioni educative. Il cambiamento e la costruzione della conoscenza»). «Siamo in una società sempre più individualistica — osserva l’assessora —. Manca una visione d’insieme e soprattutto la capacità, da parte di chi governa, di andare fino in fondo». Nella sua «lectio» Prodi aveva lamentato, parlando di Europa e di globalizzazione, gli stessi limiti. Segno che, su certi temi, le distanze non sono così lontane.