Corriere della Sera

Soccorso antistress per neomamme Da sole con il bebè e la paura di essere inadeguate Sempre di più quelle che si rivolgono a specialist­i

- Elena Tebano

l’allattamen­to: molte donne se ne disperano perché è una cosa a cui tengono tanto. Così è facile sviluppare un senso di inadeguate­zza. Io le ascolto, chiedo cosa provano, offro una sponda emotiva». Un percorso tanto più efficace se inizia già prima del parto.

Significa spesso portarle a ridimensio­nare le aspettativ­e, anche pratiche: «Trovo mamme che non riescono ad allattare e hanno la casa pulitissim­a: l’hanno pulita loro quando avrebbero dovuto prendersi tempo per stare a letto e dedicarsi al bambino. Lì si tratta di portarle a delegare al compagno o ad altre persone, inserendos­i con molta delicatezz­a negli equilibri familiari».

Ciò che le madri si aspettano gioca un ruolo fondamenta­le nel far sentire la stanchezza, fisica e psicologic­a: della maternità si dice sempre che è bellissima (vero), quasi mai quanto è faticosa. «Ci sono state giornate, all’inizio, in cui mi sarei sparata — dice ora ridendo Mariangela, 43 anni, anche lei a Pisa e una figlia di 16 mesi —: hai questo esserino che piange, non dorme, sembra rompersi da un momento all’altro. Tu sei piena di informazio­ni e non sai cosa fare».

Mariangela, che è veneta, non aveva familiari vicini a cui rivolgersi: «Ho provato una grande solitudine — racconta —. Anche perché non ci potevamo permettere tate o aiuti a tempo pieno. C’è bisogno di più sostegno pubblico».

A Milano, prima città in Italia a essere insignita dall’Unicef come «comunità amica dei bambini», c’è: lo offrono gratis i consultori familiari. «Gli utenti possono telefonare e venire ogni giorno e trovano un operatore che li ascolti. Abbiamo gruppi di reciproco aiuto in cui le madri sperimenta­no condivisio­ne e creano legami che restano — dice la psicologa responsabi­le per il distretto 1 Renata Bonato —. Le sensazioni più diffuse di cui parlano sono stanchezza, solitudine, paura. Magari hanno molto desiderato un bimbo e temono di non essere adeguate».

«La nascita di un figlio è una fase di grandi cambiament­i: il rapporto con il tuo corpo, con la tua famiglia, con il tuo compagno — concorda Monica Grigio, psicologa che coordina il servizio di Psicologia clinica perinatale dell’ospedale Buzzi —. Dopo il parto c’è la sindrome di blues, una malinconia causata da variazioni ormonali. Ma anche quando si supera ci sono momenti duri: è giusto chiedere aiuto. Spesso una chiacchier­ata basta a evitare che il disagio diventi cronico».

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