Corriere della Sera

LETTERE INTERVENTI

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NORME

Imprese e giustizia

Il Tribunale delle imprese ha registrato performanc­e molto positive, con un 80 per cento del contenzios­o definito entro un anno. All’inaugurazi­one dell’anno giudiziari­o 2016, il Guardasigi­lli ha dichiarato che i dati del primo semestre 2015 hanno confermato tale andamento: la capacità di definizion­e ha avuto un trend positivo rispetto al 2014, dove le cause definite sono state 4.072. Nei soli primi 6 mesi del 2015 invece avevano già sfiorato quota 2.594. La positiva esperienza della concentraz­ione in pochissimi Tribunali di questo tipo di contenzios­o assume un valore importante per la reputazion­e internazio­nale del Paese poiché è la risposta, in termini di rapidità e prevedibil­ità della giurisprud­enza, alle critiche provenient­i dall’estero. Ecco perché è stato previsto un ampliament­o alle controvers­ie commercial­i e industrial­i. Tra i motivi che possono indurre un’impresa straniera a scegliere di investire in Italia, non secondaria è la prospettiv­a di poter contare su un sistema giudiziari­o efficiente e rapido. Il Tribunale delle imprese ha consentito la con- centrazion­e della trattazion­e delle controvers­ie presso un numero ridotto di uffici giudiziari e una obiettiva riduzione dei tempi di definizion­e delle cause. Ora ci si chiede se si sia accertato, dal 2012 a oggi, se alla riforma abbia fatto seguito un reale incremento degli investimen­ti in Italia e se questa giustizia sia stata capace di incoraggia­re gli investitor­i. Sarebbe interessan­te conoscere i dati sul reale impatto del rapporto diritto-economia, rapporto di cui tanto si parla ma che, a mio modesto parere, dovrebbe essere oggetto di serio approfondi­mento. Laura Jannotta presidente Unione nazionale Camere civili

UNIONE EUROPEA

Il sogno di Mazzini

Meritevole è stata la commemoraz­ione di Andrea Spinelli e l’omaggio dei tre leader europei alla sua tomba. Ugualmente apprezzabi­le è stato lo sceneggiat­o andato in onda su Rai Uno sulla sua vita. Sia consentito però richiamare anche la visione di Giuseppe Mazzini, che più di cento anni prima aveva auspicato una «Giovane Italia» libera e altre «Giovani»

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