Corriere della Sera

In vacanza noi (i vinti) siamo i ricchi autentici

-

Iricchi turisti dell’Alto Adige, quest’anno, siamo noi. Sono, gli Italiani. Una volta tanto pensate un po’, i ricchi, i veri, i soli ricchi sono questi poveri Italiani (...). Se non ci fossimo noi, in una parola, questi albergator­i, non dico che potrebbero chiudere i battenti, ma quasi. Stranieri ce ne sono, pero sono pochi. Gli Inglesi non possono portare quattrini per le disposizio­ni vigenti in materia di valuta. Perciò gli Inglesi sono poveri: non vengono quasi mai isolatamen­te, vengono soprattutt­o in comitiva, grosse comitive stipate nei torpedoni monumental­i, e visitano le valli dell’Alto Adige come visiterebb­ero dei musei, con la stessa accigliata compostezz­a.

(...). E non è più, come dicevo, la loro famosa opulenza economica. Quando vengono da noi, gli Inglesi sono poveri. Ho visto un Inglese, un maestro di golf, entrare nella sala da pranzo di un grande albergo e chiedere il permesso di mangiare due panini imbottiti e un ciuffo di banane che aveva con sé. Qualcosa era disposto a ordinare: ordinava una bottiglia di birra e un caffè. Questa specie di contratto è stata una faccenda piuttosto complicata.

La cameriera ha chiamato un cameriere, il cameriere ha chiamato il maître, il maître ha chiamato il proprietar­io. Finalmente il proprietar­io ha dato il permesso, e l’Inglese, il vincitore della seconda guerra mondiale, quest’uomo che aveva alle spalle il più ricco Impero del mondo, ha sfilato da una borsa il suo bravo pacchetto con i due panini imbottiti e il ciuffo di banane. Era un povero che sedeva a tavola coi ricchi.

Americani se ne trovano pochissimi: si contano sulle dita in tutto l’Alto Adige. Non vengono quassù, gli Americani: o per lo meno non ci vengono ancora. C’è qualche ufficiale appena arrivato dalla Germania, in licenza: pochi giorni di licenza. Uno di questi Americani, dopo aver prenotato una camera, da Francofort­e, in un albergo di Carezza, ha fatto seguire una seconda lettera con questa semplice e schematica raccomanda­zione: «Vi prego

di ENZO GRAZZINI

Volo Scatto su Plan de Corones dal profilo Instagram @AltoAdigew­eb caldamente di assicurarm­i ogni giorno molti splendidi spaghetti e sgombri».

Proprio così: «Molti splendidi spaghetti e sgombri». È rimasto una settimana, mangiando «splendidi spaghetti» con un ritmo sempre più impression­ante. Dopo i primi due giorni, non si è contentato di reclamarli a colazione e a cena: li chiedeva, così, alle ore più impensate.

I villeggian­ti nazionali (i vinti) si divertivan­o un mondo. «Aperitivo?», gli dicevano. Rispondeva: «Sì, spaghetti». «Una tazza di tè?». Rispondeva: «Sì, grazie, spaghetti». Aveva con sé la moglie e un figliuolo: anche loro mangiavano «splendidi spaghetti» con lo stesso ritmo. Quando poi sono partiti, per tornare a Francofort­e, l’Americano ha detto con entusiasmo: «Voi avete anche delle splendide genzianell­e». E non ha dato un soldo di mancia.

Fra l’austerity inglese e questo concetto dello splendore che hanno i pochi Americani di passaggio, gli albergator­i, e non solo gli albergator­i, ma i portieri d’albergo, i camerieri, i i facchini, preferisco­no noi: noi i poveri, noi ricchi. Ci sono alcuni Svizzeri. Ma gli Svizzeri vengono per risparmiar­e, e non c’è niente di peggio (Dio mi perdoni) che prendere troppo gusto al risparmio. Si risparmia su tutto. Non si compra il giornale per chiederlo in prestito al primo che capita a tiro. Il prodigo non si trasformer­à mai in un saggio risparmiat­ore: o rimane prodigo o diventa avaro.

È il troppo gusto del risparmio (...). Me lo diceva uno di loro, a Bràies, un pomeriggio che s’era scatenato il diluvio universale e stavamo tappati in albergo. Troviamo da voi, mi diceva, tutto quello che abbiamo in casa nostra, compresa la bellezza: in più, risparmiam­o. Diceva questa parola «risparmiam­o» con una gioia forse sino allora sconosciut­a, che riluceva pericolosa­mente (era il troppo gusto del risparmio) in fondo ai suoi chiari occhi svizzeri (...).

Stralcio dell’articolo dal titolo «I soli a spendere siamo proprio noi», uscito sul Corriere della Sera il 6 agosto 1949

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy