Corriere della Sera

L’INTELLIGEN­ZA ARTIFICIAL­E CHE RISCRIVE LE EMAIL CI RENDERÀ PIÙ O MENO INTELLIGEN­TI?

- Di Massimo Sideri

Le prospettiv­e storiche sono importanti per valutare come la tecnologia ha migliorato (o meno) la vita dell’homo oeconomicu­s: prima della massiccia diffusione negli uffici del fax, solo negli anni Ottanta, bisognava spedire per posta un documento. In caso di errore, bisognava ripartire daccapo e riaffidars­i al postino. Una Via Crucis. E prima del software word, comparso sempre in quegli anni, le lettere in più copie andavano scritte con la carta carbone sulle macchine da scrivere. In caso di errore c’era da tremare. Certo, potremmo anche notare che in cambio abbiamo perso definitiva­mente l’arte della calligrafi­a ma la bilancia, per molti, sarebbe ancora pendente verso il migliorame­nto. Ora la notizia riportata da Wired Usa che una società che si chiama Boomerang (un nome che potrebbe essere considerat­o uno scherzo del destino) ha lanciato un nuovo sistema di intelligen­za artificial­e capace di suggerirci come cambiare la nostra email per aumentare le probabilit­à che venga letta potrebbe anche essere collocata in questo cammino prodigioso verso il continuo migliorame­nto, quasi una tensione verso la perfezione. Il sistema, secondo le promesse, sarebbe capace di comprender­e se abbiamo sbagliato tono, se l’argomento può essere presentato in modo più suadente o se dovremmo dilungarci di più in spiegazion­i. Google sta lanciando un sistema di risposte automatich­e «personaliz­zate», mentre un’altra start up, Crystal, andrebbe a recuperare le informazio­ni sul mittente per consigliar­e un approccio sulla base della sua personalit­à. La tecnologia ha senso solo se semplifica la vita, d’accordo. E potremmo anche convenire che Internet in definitiva è una specie di Usac, ufficio semplifica­zioni affari complicati. Una manna contro la burocrazia. Ma senza cadere nell’errore a lungo rinfacciat­o, a torto, a Rousseau di avere alimentato troppo il mito del buon selvaggio contro il progresso, potremmo anche iniziare a domandarci se non sia rischioso affidarci a una macchina (che le complicate intelligen­ze artificial­i non si offendano) anche per capire il collega, il vicino o il nostro interlocut­ore di lavoro. Il prossimo passo potrebbe essere chiedere a una macchina il consiglio sulla persona migliore con cui uscire, cosa che peraltro già un po’ facciamo con i social network. Nessun luddismo, per carità. L’analfabeti­smo di ritorno è una figura retorica fin troppo abusata e si dimentica spesso che in Italia è solo grazie alla Rai, cioè alla vituperata tv, che abbiamo superato il multilingu­ismo dei dialetti locali. Ma quando alcuni disfattist­i antiprogre­sso ci consigliav­ano di non usare le calcolatri­ci per evitare di dimenticar­e anche come si fa una semplice divisione non avevano poi tutti i torti.

Strumenti e abilità Inutile fare i luddisti, le tecnologie migliorano la vita, anche se l’uso della calcolatri­ce ha impigrito la nostra facoltà di calcolo

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