Bezzola, il riscopritore di Porta
Persona affabile, pronto a costruire ponti e a distruggere muri, guardava alla sostanza e non alla forma. Dotato di sfrenato humor, italianista di fama, dopo un’intensa e lunga esistenza Guido Bezzola (nella foto) è mancato a Mandello Lario (Lecco), dove viveva con la moglie Rosa Ghigo, già docente universitaria di Letteratura francese. Fu uno dei più profondi studiosi di letteratura dell’Ottocento, in particolare di Manzoni, Tommaseo, Foscolo e Carlo Porta. Nato a Milano nel 1919, Bezzola proveniva da una nota famiglia di artisti. Laureatosi in Lettere nel 1942 e in Filosofia nel 1945, per vent’anni diresse la rivista mensile di fotografia, cinema e arti figurative «Ferrania». Era esperto di neorealismo e nutriva una viscerale passione per Luchino Visconti e Anna Magnani. Libero docente nel 1963, dal 1970 divenne professore di Letteratura italiana nella facoltà di Lettere e filosofia dell’Università Statale di Milano. Nel 1972 scrisse Le charmant Carline per il Saggiatore, la prima biografia del poeta dialettale milanese Porta colto nella sua dimensione umana, quotidiana, storica. Il titolo francese, ossia «L’affascinante Carlino», si rifà al modo in cui Stendhal amava chiamare l’amico. Opera chiave non solo per delineare l’originalità dell’arte portiana e il valore ideologico della sua adesione al movimento romantico, ma anche per l’analisi degli imprestiti linguistici, tratti dalle opere del Porta, che Manzoni utilizzò per i ritratti di alcuni personaggi de I promessi sposi. Per i Classici Rizzoli, Guido Bezzola pubblicò inoltre le opere di Petrarca, Foscolo e Manzoni.