La taranta delle donne
L’appuntamento salentino guidato dalla cantautrice. Mannoia e Nada tra le protagoniste Carmen Consoli: «Notte di festa fra tradizione e un po’ di rock Non sarà un evento femminista»
«Il mio scopo non era contaminare. Non ho portato questo elemento e del resto non è che sia irlandese... Ci sarà grande rispetto per la tradizione». Carmen Consoli si è preparata tutta l’estate al ruolo di «maestro concertatore» del Concertone che chiude la Notte della Taranta: «Ho passato questi mesi a fare quello che mi piace, musica».
La manifestazione, organizzata dalla Regione Puglia e dagli enti locali salentini, chiuderà sabato a Melpignano dove sono attese circa 200mila persone per una maratona (diretta su Rai5) di quattro ore di musica e ballo. Per la prima volta il «maestro concertatore» è donna come tutte le ospiti scelte da Carmen: Fiorella Mannoia, Nada, Tosca, l’afrospagnola Concha Buika e l’ex vocalist dei Rolling Stones Lisa Fischer.
Perché una squadra tutta al femminile?
«Questa musica è femmina, una donna che deve essere guarita dalla musica. Ma non è una scelta femminista. L’idea è che la donna è madre e quindi tutti ci siamo legati. Ho alzato le quote rosa per sottolineare questo grembo universale che dà la luce nel dolore, da intendere non tanto in senso cattolico ma come influenza del nostro vivere. Mi piacerebbe che lo spettacolo rievocasse quello spirito terapeutico delle orchestrine a domicilio, che diventasse una terapia di massa. Se racconti una guarigione, devi raccontare anche il dolore che l’ha generata».
Non è la sua prima volta al Concertone...
«Nel 2006 ero fra gli ospiti. E poi ho seguito molte edizioni stando fra il pubblico. Un’esperienza che mi ha sempre arricchita e che, da siciliana, mi ha fatto arrivare un messaggio enorme».
Perché da siciliana?
«Mi sono sempre rammaricata che una cosa del genere non accadesse da noi. Vedere dei ragazzini andare in piazza a cantare e ballare la pizzica con orgoglio significa che hanno scelto di riappropriarsi delle loro radici. I salentini hanno dimostrato che la cultura è una risorsa economica: un segnale importante per tutta l’Italia. ».
Perché ha scelto di non contaminare la tradizione?
«Contaminare è portare la propria sensibilità e creare una sintesi con quello che si trova. Siamo regioni culturalmente vicine, eravamo parte del regno federiciano. La tarantella siciliana è più lenta, ma ci sono elementi che si possono ricondurre a una matrice comune: carnalità, armonie, influenze arabe e greche. E nei testi salentini ci sono sonetti
in siciliano, non quello di oggi, ma quello federiciano».
Come sarà la taranta firmata Consoli?
«Ho rispettato la tradizione appoggiandomi ai musicisti dell’Orchestra popolare: professionisti che in più hanno la pronuncia musicale propria della tradizione. In questo mi ha aiutato il direttore artistico Daniele Durante. Un pozzo di conoscenza: nel ‘75, quando nessuno puntava sulla musica popolare, ha fondato il Canzoniere Gricanico Salentino e ha girato il mondo facendo conoscere questa tradizione».
Un pizzico di rock?
«Ci sarà. In fondo la pizzica ha qualcosa di rock. Suonerò
Radici Essere orgogliosi delle proprie radici è un segnale importante per tutta l’Italia
la mia chitarra elettrica. Poi ci sarà anche quella di Massimo Roccaforte che darà un tocco progressive. Ho aggiunto anche delle tastiere dal sapore vintage, una chitarra acustica e una sezione di archi per dare un colpo di romanticismo. Insomma sarà la sintesi di tutto il mio percorso musicale».
Ci saranno sue canzoni rilette in chiave taranta?
«No, sia io che gli ospiti interpreteremo solo la tradizione. Però ci sarà un inedito strumentale, si chiamerà “Fuecu”, scritto da Durante: un’opera classica e popolare che però ha una sua freschezza».