Corriere della Sera

Tutti suonano il Balo dell’estate Corteggiat­o, ma nessuno si fida

Si allena con le riserve del Liverpool, l’abile Raiola lo piazzerà sicurament­e

- Alessandro Bocci

Dalla copertina del Time al campetto verde in cui si allenano le riserve del Liverpool. Il centro sportivo di Melwood, a West Derby, periferia cruda della città, è diventato l’inferno di Mario Balotelli. Jurgen Klopp lo ha scaricato in fretta e senza garbo, fregandose­ne del suo passato illustre e dello stipendio milionario, 90 mila sterline alla settimana, 6 milioni di euro netti a stagione. Mario non è più super. Per troppi anni gli eccessi hanno superato di gran lunga le prodezze sul campo. Forse, con il senno di poi, doveva evitare di andare in Inghilterr­a così giovane. Al City ha giocato poco, però in compenso ha riempito le pagine dei giornali scandalist­ici. Ma ora che sembra diventato un bravo ragazzo, il calcio gli ha voltato le spalle. La figlia Pia, nata da una burrascosa relazione con la soubrette Raffaella Fico e la morte del padre adottivo, lo hanno fatto crescere. Forse, e consideran­do di chi stiamo parlando il condiziona­le è d’obbligo, ha capito di aver abusato di se stesso e del sistema che lo ha ingrassato, sfruttato e adesso è pronto a cancellarl­o.

È soprattutt­o in campo che Balotelli deve ritrovare se stesso. L’ultima stagione al Milan è stata un supplizio: 20 presenze in campionato condite dallo straccio di un gol e altri due in Coppa Italia. Mai decisivo, insomma. Come se, una volta messa la testa a posto, avesse smarrito la voglia di battersi. La spiegazion­e meno suggestiva ma più logica è un’altra e ha un nome infido: pubalgia. Balo si è dovuto persino operare, nella speranza di ritrovarsi. Niente da fare. E adesso, a una settimana dalla fine del mercato, è solo una scommessa. Il suo nome circola tristement­e da una squadra all’altra: una al giorno, o quasi, in Italia o all’estero. Ma per adesso niente di concreto. Neppure in Cina, A 90 minuti da un traguardo che se non è storico per il Sassuolo poco ci manca. La fase a gironi d’Europa League è proprio dietro l’angolo e, come se non bastasse il 3-0 dell’andata, la squadra di Di Francesco (foto) sta bene: ha vinto le ultime 3 partite con 7 gol fatti e 0 subiti. Eppure i giochi non sono ancora fatti perché la Stella Rossa al Marakana fa sempre paura. «Loro faranno di tutto per metterci in difficoltà e per provare a ribaltare il risultato — ha sottolinea­to l’allenatore del Sassuolo Di Francesco —, noi dovremo essere bravi a rispondere colpo su colpo, giocando da squadra. E stando molto attenti a non commettere errori per evitare quello che è capitato alla Roma col Porto». Da Sassuolo non è annunciato nessun tifoso al seguito della squadra che dovrà riuscire a non farsi condiziona­re dall’ambiente molto caldo nonostante l’esito della sfida di andata. il Crotone, per la prima volta in serie A. Il Chievo è pronto a regalargli la maglia di centravant­i e lui era intrigato perché Verona è a meno di cento chilometri da casa. Ma la spinta, casomai, dovrebbe essere la possibilit­à di lavorare con un allenatore preparato come Maran. Bologna, che però ieri ha chiuso l’accordo per il giovane Sadiq, sarebbe la soluzione ideale: un tecnico preparato come Donadoni e una piazza che ha rilanciato attaccanti che il viale del tramonto lo avevano già imboccato, da Baggio a Signori, passando per Di Vaio. I tifosi del Palermo lo hanno suggerito a Zamparini, la Lazio e il Nantes per adesso non affondano. Il Besiktas si è mosso, l’Ajax ha smentito di Dalla Cina agli Usa, passando per Chievo e Bologna: il problema dei 6 milioni di ingaggio

averlo fatto. E Di Francesco non lo ritiene adatto al Sassuolo. Allora tocca a Mino, che potrebbe chiedere un favore a Mourinho a cui ha appena servito Pogba su un piatto d’argento. Ma al Manchester United Mario sarebbe solo il quinto attaccante, che significhe­rebbe ancora tanta panchina. L’ex Bad Boy ha bisogno di altro, magari di tornare in Italia, sentire il calore della sua famiglia, ripartire senza pensare ai soldi dell’ingaggio e a quello che è stato, cancelland­o la presunzion­e che lo ha rovinato. Il talento c’è sempre, deve esserci, nascosto da qualche parte. Basta avere la voglia di ritrovarlo. È la vera scommessa di Balotelli, che deve tornare bambino e ritrovare il piacere di correre dietro ad un pallone. Nantes Il club francese è l’ultima squadra a cui è stato accostato il nome di Balotelli Man Utd Il suo agente Mino Raiola ha chiamato Mourinho e lo ha offerto al Manchester Besiktas Fikret Orman, presidente del club turco, lo voleva ma il suo tecnico ha detto no Ajax Balotelli è stato vicinissim­o al club olandese: i bookmaker lo davano come club favorito

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