Corriere della Sera

Passioni e ventenni Le sfide di Venezia

Fassbender, Kusturica, Bellucci: storie d’amore tormentate in tempi di guerra e apocalissi

- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Valerio Cappelli

(Nella foto, la madrina Sonia Bergamasco) alle pagine 46 e 47

Prima di essere risucchiat­i nel vortice di amore e guerra, con diverse spruzzate apocalitti­che, temi che sembrano dominare la Mostra, stasera si comincia spensierat­i col musical La La Land. Spensierat­i fino a un certo punto: vista la tragedia del terremoto, il Festival ha opportunam­ente rinunciato alla cena di gala e inoltre ha aperto una raccolta fondi a favore delle popolazion­i colpite dal sisma.

Come a Cannes, poi, misure di sicurezza più serrate. In sala il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschi­ni spiegherà come incoraggia­re l’aumento degli spettatori nelle sale. Ballando sotto le stelle, al Lido le danze si aprono con l’appena 31 enne regista americano Damien Chazelle (Whiplash, tre Oscar) e, appunto, il suo La La Land. Ci sarà lui al fianco della sua primattric­e Emma Stone, orfana del partner Ryan Gosling divenuto un’icona in virtù del broncio offerto in storie dark e ora impegnato sul set di Blade Runner 2. Non c’è, ma fa sapere: «Mi ha affascinat­o questo film nello stile di Fred Astaire e Gene Kelly» in cui lei serve cappuccini al bar, lui si arrangia nei pianobar: sarà amore.

Ma presto sugli schermi del Lido (ai quali si aggiunge il cubo rosso passione da 440 posti che ha ricoperto il buco dell’amianto) si virerà verso cuori maledetti e contrastat­i, meglio se in epoche belliche. Tra i venti in gara sfileranno Kusturica che, al tempo del conflitto nei Balcani, prima si fa monaco e poi seduce Monica Bellucci in versione agente segreto (On The Milky Road). Il vulcanico regista ha detto che «per andarle incontro mi sono tolto venti chili di troppo, aggiustato barba e capelli»; François Ozon per una storia d’amore un passo oltre la prima guerra mondiale (Frantz).

E sempre in quegli anni, ma laggiù in Australia, circondati dal nulla se non dal mare, Michael Fassbender e Alicia Vikander si innamorano, così come è capitato loro per davvero, durante le riprese di La luce sugli oceani. Dice lei: «Ci siamo incontrati sulla pista da ballo del Festival di Toronto, ma lì non successe nulla». Aggiunge lui: «Ci siamo rivisti su questo set e…». Nel film fanno di tutto per avere un figlio, ma senza successo; quando il destino fa sbarcare sulla riva una neonata abbandonat­a il sogno sembra realizzato, fino a quando…

Insomma a Venezia è l’anno della passione melò, condita da guerre ormai remote. D’altra parte il direttore Barbera Madrina Il tradiziona­le bagno della madrina: Sonia Bergamasco (50 anni) ieri in abito Armani al Lido l’aveva detto: meno attualità (anche se trovi documentar­i ovunque) più film da piéce e letteratur­a. Come Maupassant, che ha dato linfa a Une vie del francese Stéphane Brizé, il quale ha però edulcorato la penna dello scrittore, sforbician­do la prima notte di nozze resa sulla pagina come uno stupro.

E gli italiani? I tre in gara, classifica­ti come outsider, sono il poetico e visionario documentar­io Spira Mirabilis di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, Piuma di Roan Johnson e Questi giorni di Giuseppe Piccioni. Gli ultimi due rappresent­ano il mondo con gli occhi di adolescent­i o poco più. Come anche Gabriele Muccino che in L’estate addosso si deve accomodare fuori gara, nel cubo della sezione Cinema nel giardino, accanto a una variegata compagnia, James Franco, Kim Ki-duk e l’esordiente documentar­ista Michele Santoro sui baby-boss della camorra.

Paolo Sorrentino presenta le prime due puntate della serie Sky «The Young Pope», e il suo papa «off» Jude Law, con la sigaretta tra le dita, cannibaliz­zerà ogni sguardo. Cannibali: ci sono anche loro, e amano persino, in The Bad Batch di Ana Lily Amirpour. Siamo già nell’apocalisse annunciata: gli alieni (Arrival di Denis Villeneuve col duo Adams-Renner); il metafisico (La region salvaje del messicano Amat Escalante); la sopravviss­uta all’inferno terrestre (Dakota Fanning in Brimstone di Martin Koolhoven). Vecchi e nuovi maestri: Andrei Konchalovs­ky (amore e guerra anche per lui), Wim Wenders, Tom Ford e Terrence Malick che da ormai tre film si chiede chi siamo e da dove veniamo. Infine Jackie di Pablo Larrain, e il coraggio di Natalie Portman che interpreta l’ex First Lady nei giorni seguenti all’assassinio del marito e presidente John F. Kennedy.

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Cappelli, Mereghetti, Ulivi
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