Il giallo dei 21 milioni destinati agli edifici privati
Nessuno sa come sono stati spesi i fondi. Saranno convocati sindaci e funzionari
RIETI Per gli edifici privati della Provincia ci fu uno stanziamento di 21 milioni di euro. Dovevano servire alla messa in sicurezza degli stabili rispetto al rischio provocato dal sisma dell’Umbria del 1997. Circa 700 mila euro risultano destinati a 4 immobili di Accumoli per 122.536 euro e a 10 di Amatrice per 568.690 euro. Nessuno sa che fine abbiano fatto quei soldi, come siano stati spesi. Si aggiungono agli oltre 2 milioni e 300 mila euro elargiti dopo il terremoto dell’Umbria del 1997 e destinati alle strutture pubbliche crollate dopo la prima scossa della notte del 24 agosto scorso, mostrando di non aver alcun «ancoraggio», o comunque sostegno. Per questo i magistrati della Procura di Rieti dovranno ricostruire l’iter di ogni intervento, interrogare i progettisti, i responsabili del procedimento e soprattutto i collaudatori. E poi decidere gli eventuali provvedimenti.
Un’indicazione importante è arrivata dalla relazione stilata dall’Ente attuatore che indica i 21 appalti assegnati. Il resto dovrà essere acquisito esaminando le pratiche relative a ogni concessione. E chiedendo poi conto ai responsabili del Comune, arrivando fino ai sindaci che avevano il compito di fornire le indicazioni sull’utilizzo dei fondi. Perché appare sempre più evidente sia la falsificazione dei documenti ufficiali relativi ai lavori effettuati, sia quella sui successivi collaudi.
I soldi elargiti ai cittadini
Sono stati alcuni cittadini a raccontare di aver acquistato immobili con i certificati di «messa a norma» e aver poi scoperto che le loro case non avevano subito alcun intervento. La documentazione custodita negli uffici della Provincia di Rieti pone ulteriori interrogativi che la magistratura dovrà chiarire. Soprattutto per scoprire ogni voce di spesa fino a raggiungere il totale dei 21 milioni.
I funzionari del Comune dovranno ricostruire l’iter di ogni pratica, mentre i sindaci dei due Comuni maggiormente devastati dalla scossa di mercoledì scorso dovranno chiarire che tipo di direttive furono impartite nella indicazione delle istanze da accogliere e nelle successive ispezioni. Tenendo conto che la messa a norma degli edifici serve a salvaguardare la sicurezza degli occupanti, ma anche quella di tutti i cittadini visto che i crolli mettono in pericolo l’intera popolazione. Non a caso i piani vengono stilati prevedendo di inserire in cima alla lista proprio gli stabili che si trovano nelle aree maggiormente abitate, e dunque dove peggiori possono essere le conseguenze in caso non reggano agli effetti del terremoto.
Progettisti e collaudatori
L’elenco di tecnici e collaudatori è stato acquisito, adesso si sta verificando quello delle imprese coinvolte nelle opere di «miglioramento» sia per appurare che avessero i requisiti necessari a svolgere questo tipo di attività, sia per accertare quale fosse l’incarico assegnato per controllare il rispetto dei capitolati. Rimane il sospetto che i soldi stanziati per i lavori antisismici siano stati utilizzati in realtà soltanto per effettuare semplici ristrutturazioni. E dunque bisognerà verificare che fine abbia fatto il resto degli stanziamenti, tenendo conto che nell’elenco ci sono le scuole, le caserme, le chiese, la Torre Civica, le sedi dei municipi.
Scorrendo l’elenco dei collaudatori e quello dei responsabili del progetto si scopre che venivano scelti sempre gli stessi tecnici. Su questo spetterà all’Ente attuatore chiarire in base a quali criteri venivano designati. Vuol dire che si sentiranno i responsabili della Regione, della Provincia e della Curia di Rieti che in alcuni casi si è occupata di gestire l’intero appalto.
L’elenco delle imprese
Grande attenzione sarà riservata alle imprese. Alcuni fascicoli sono già stati «ricostruiti». Della Torre Civica di Accumoli si è occupata la «Giuseppe Franceschini», mentre gli interventi sulla caserma dei Carabinieri dello stesso paese sono stati affidati alla «Impretekna».
Spiegazioni dovrà fornirle pure la «Marinelli Costruzioni» che ha vinto l’appalto per il complesso parrocchiale Santa Maria del Popolo di Preta, frazione di Amatrice. Ha ottenuto l’incarico da 150 mila euro nel 2004 e al collaudo del 28 maggio 2013 risulta aver effettuato appena il 20 per cento delle opere stabilite.