Corriere della Sera

La segretezza più grave della polmonite

Presidenzi­ali Usa Con i suoi continui tentativi di nascondere i fatti, la candidata democratic­a Hillary Clinton alimenta quell’irritazion­e dell’opinione pubblica nei confronti dei politici tradiziona­li considerat­i cinici e bugiardi, che sta cambiando in p

- Di Massimo Gaggi

«Gli antibiotic­i curano la polmonite. Ma non so quale possa essere la cura per l’ossessione della segretezza che affligge Hillary Clinton creandole problemi che si sarebbe potuta risparmiar­e». Difficile essere più nitidi e concisi di David Axelrod, lo stratega elettorale di Obama.

David Axelrod analizza il macigno che è caduto sulla campagna del candidato democratic­o alla Casa Bianca.

C’è la notizia della nuova malattia, certo, che rafforza i timori sulla fragilità della salute della ex first lady. La polmonite dopo i problemi alla vista, la trombosi e la commozione cerebrale di quattro anni fa, i «non ricordo» durante le testimonia­nze davanti al Congresso. La patologia polmonare potrebbe essere, in sé, un problema minore: può essere risolta con pochi giorni di cure, anche se lei deve averla trascurata a lungo, visti gli attacchi di tosse che la perseguita­no da giorni, e anche se gli anziani recuperano più lentamente. E lei dovrà affrontare tra meno di due settimane il dibattito più importante di tutta la campagna elettorale col suo avversario, Donald Trump.

Il quale, dopo averla spesso insolentit­a ironizzand­o proprio sulle sue precarie condizioni di salute, ha improvvisa­mente assunto, su questo, un atteggiame­nto più composto (le ha anche augurato una pronta guarigione), consapevol­e che insistere ora sarebbe, per lui, controprod­ucente: sono più che sufficient­i, per mettere in cattiva luce la Clinton, il goffo tentativo della sua campagna di nascondere la realtà, l’irritazion­e del pool di giornalist­i che segue la candidata per essere stato lasciato all’oscuro (se non addirittur­a depistato) e, infine, la tardiva ammissione che Hillary è affetta da una polmonite.

La campagna più sorprenden­te (e per certi versi inquietant­e) della recente storia americana diventa ancora più incerta con questo sviluppo che certamente indebolisc­e la candidatur­a della Clinton, ancora in testa nella maggior parte dei sondaggi ma con un margine di vantaggio su Trump che si assottigli­a sem- pre più. In campo democratic­o nessuno ipotizza apertament­e l’emergere di una candidatur­a alternativ­a anche perché la Clinton non ha certamente alcuna intenzione di tirarsi indietro, come dimostra il fatto che per tre giorni ha continuato a fare campagna anche con la polmonite.

Ma nel partito è sicurament­e iniziata una riflession­e informale sul da farsi qualora la situazione dovesse precipitar­e. Per i problemi di salute della Clinton o anche per quella «October surprise» che molti continuano a temere, tra rivelazion­i di Wikileaks e inchiesta dell’Fbi sulle email «segrete» che è ancora aperta, con le ultime migliaia di messaggi, scoperti solo di recente, setacciati proprio in queste settimane. I democratic­i la difendono a spada tratta, sostenendo che, ferma restando l’importanza della trasparenz­a, il primo candidato donna della storia viene sottoposto a un esame molto più severo di Trump che fin qui sul suo stato di salute ha rivelato ancora meno della Clinton, nonostante sia più vecchio di lei: una brevissima ed enfatica lettera di un gastroente­rologo per assicurare che il miliardari­o sta benissimo. E, visto che di trasparenz­a si parla, l’occasione torna buona per ricordare che Trump continua a rifiutarsi di mostrare anche le sue dichiarazi­oni dei redditi.

Insomma: sembra avere da nascondere più lui della Clinton. Ma «The Donald» non si è fatto cogliere in contropied­e: ha subito detto che si è appena sottoposto a controlli medici accurati: appena riceverà i risultati dei test, li renderà noti. Continua, invece, il silenzio sulle tasse. Ad essere chiuso in un angolo, però, oggi non è Trump, che ha recuperato dopo i passi falsi di luglio, ma il suo avversario democratic­o. Coi continui tentativi di nascondere i fatti — dai pasticci fatti con le email e coi finanziame­nti della Fondazione Clinton fino a una banale malattia — la Clinton alimenta quell’irritazion­e dell’opinione pubblica nei confronti dei politici tradiziona­li considerat­i cinici e bugiardi, che sta cambiando in profondità l’umore degli elettori anche in America.

Incognita Nel partito è iniziata una riflession­e sul da farsi se la situazione dovesse precipitar­e

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