La riforma
La prima regola per usufruire dell’Anticipo pensionistico (Ape) è quella relativa all’età: riguarda i lavoratori a partire dai 63 anni
Rispetto a quanto previsto dalla legge Fornero, la pensione viene anticipata di 3 anni e 7 mesi
I costi per chi voglia andare in anticipo, avendone i requisiti d’età, può arrivare fino al 25% dell’importo della pensione
Sono però previste delle agevolazioni per 4 categorie: disoccupati senza più ammortizzatori, lavoratori con familiari a carico disabili, lavoratori disabili e lavoratori che svolgono particolari mansioni gravose che poi verranno individuate dall’Inail Per il governo la platea potenziale interessata alla soglia dell’addio al lavoro a 63 anni sarebbe di 350 mila occupati
sul lavoro. Coloro che rientrano in queste categorie, compiuti i 63 anni di età (e 20 di contributi), se hanno maturato una pensione non superiore a 1.200 euro netti, beneficeranno di una detrazione d’imposta che azzererà la penalizzazione dell’assegno, cioè la rata mensile trattenuta sulla pensione con la quale in 20 anni si dovrà restituire il prestito che finanzierà l’Ape. Se la pensione maturata è invece superiore a 1.200 euro netti, sempre per queste quattro categorie, e indipendentemente dall’importo per tutti gli altri lavoratori il taglio dell’assegno si farà sentire: tra i 50 e i 60 euro al mese in meno per 20 anni per chi percepisce una pensione di mille euro e prende l’anticipo per un anno, fino a 150-200 euro al mese per chi invece anticiperà di tre anni, ha detto Nannicini. Il taglio potrà arrivare al 25% per le pensioni più alte. E quindi il tasso di adesione all’Ape, fuori dall’area agevolata o social, sarà molto più basso. Nannicini stima in 350 mila la platea interessata per il 2017, considerando che potranno uscire tutti i nati tra il 1951 e il 1953. Ma è la platea potenziale degli aventi diritto. Quelli che effettivamente andranno in pensione prima potrebbero essere molti meno.