Corriere della Sera

Crescita e sicurezza, la strategia di Juncker per rilanciare la Ue

Oggi il discorso sullo stato dell’Unione

- di Francesca Basso

È il giorno della ripartenza per l’Unione Europea, messa alla prova dal referendum sulla Brexit, dalla crisi migratoria e dall’emergenza sicurezza, dopo gli attacchi terroristi­ci. Il discorso sullo «stato dell’Unione» del presidente della Commission­e Ue Jean-Claude Juncker, pronunciat­o davanti all’Europarlam­ento a Strasburgo, dovrà indicare la via d’uscita da quella che sembra una crisi esistenzia­le delle istituzion­i europee, a due giorni dal vertice dei capi di Stato e di governo di Bratislava, il primo a 27 (cioè senza la Gran Bretagna), che rischia di sancire il ritorno di una Ue sbilanciat­a sulle capitali.

«È lecito aspettarsi un discorso di prospettiv­a e ampia visione», osserva il consiglier­e per gli Affari europei della presidenza del Consiglio, Marco Piantini. Juncker comincerà a parlare alle 9. A lui spetterà il compito di indicare una sorta di «road map» per il futuro della Ue. E il presidente della Commission­e, come spiegato dal suo entourage, vuole presentare «un’agenda positiva», che cercherà di dare una risposta a tutti i dossier che sono sul tavolo di Bruxelles. Ma è evidente che la crisi economica non è più un’emergenza per la maggior parte dei Paesi Ue e se la crescita va coltivata e aiutata, ora il tema centrale è quello della sicurezza, che con il moltiplica­rsi dei muri sta minando l’idea di Unione alle radici.

Il discorso sarà comunque l’occasione per Juncker per rilanciare il piano di investimen­ti che prende il suo nome, aumentando­ne la portata di fuoco da oltre 300 miliardi a circa 500 miliardi. Da dove saranno presi quei soldi è la vera incognita. Lancerà probabilme­nte anche il piano di investimen­ti per l’estero, dedicato all’Africa e ai Paesi del partenaria­to dell’Est, come l’Ucraina e la Georgia. Per contenere i flussi migratori — è la linea della Commission­e — bisogna intervenir­e nei Paesi d’origine.

I temi sicurezza e migrazioni sono quello su cui si giocherann­o in parte le prossime partite elettorali negli Stati membri, in Francia come in Germania. E la sicurezza è il filo rosso che unirà il discorso di Juncker con il vertice straordina­rio di Bratislava, dove Francia e Germania si presentera­nno con un documento comune, «una base di riflession­e» per rendere la difesa Ue più «reattiva» e più «efficace», confermand­o di fatto il ruolo guida di Berlino e Parigi nella Ue. E non solo sul tema della sicurezza, che ha visto i due Paesi colpiti duramente dal terrorismo. La cancellier­a tedesca Angela Merkel domani volerà dal presidente francese François Hollande per concordare le proposte per lo sviluppo della Ue dopo la Brexit.

E proprio sulle parole che Juncker dedicherà all’uscita di Londra dall’Unione così come al Ttip, sono puntati gli occhi degli osservator­i. All’indomani dell’esito del referendum britannico il presidente della Commission­e era stato molto duro con la Gran Bretagna e anche la scelta di Michel Barnier come negoziator­e era stata letta in questo senso. Mentre il trattato di liberalizz­azione commercial­e tra Stati Uniti e Ue è stato di fatto affossato da Francia e Germania. Dunque l’atteggiame­nto della Commission­e sarà rilevante.

Al Parlamento Ue si aspettano un discorso che rilanci il lavoro della Commission­e. Gianni Pittella, presidente del gruppo dei socialisti europei, chiede «il raddoppio dei fondi per il piano di investimen­to» e che si «apra il discorso sulla stupidità del patto di Stabilità».

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