Crescita e sicurezza, la strategia di Juncker per rilanciare la Ue
Oggi il discorso sullo stato dell’Unione
È il giorno della ripartenza per l’Unione Europea, messa alla prova dal referendum sulla Brexit, dalla crisi migratoria e dall’emergenza sicurezza, dopo gli attacchi terroristici. Il discorso sullo «stato dell’Unione» del presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, pronunciato davanti all’Europarlamento a Strasburgo, dovrà indicare la via d’uscita da quella che sembra una crisi esistenziale delle istituzioni europee, a due giorni dal vertice dei capi di Stato e di governo di Bratislava, il primo a 27 (cioè senza la Gran Bretagna), che rischia di sancire il ritorno di una Ue sbilanciata sulle capitali.
«È lecito aspettarsi un discorso di prospettiva e ampia visione», osserva il consigliere per gli Affari europei della presidenza del Consiglio, Marco Piantini. Juncker comincerà a parlare alle 9. A lui spetterà il compito di indicare una sorta di «road map» per il futuro della Ue. E il presidente della Commissione, come spiegato dal suo entourage, vuole presentare «un’agenda positiva», che cercherà di dare una risposta a tutti i dossier che sono sul tavolo di Bruxelles. Ma è evidente che la crisi economica non è più un’emergenza per la maggior parte dei Paesi Ue e se la crescita va coltivata e aiutata, ora il tema centrale è quello della sicurezza, che con il moltiplicarsi dei muri sta minando l’idea di Unione alle radici.
Il discorso sarà comunque l’occasione per Juncker per rilanciare il piano di investimenti che prende il suo nome, aumentandone la portata di fuoco da oltre 300 miliardi a circa 500 miliardi. Da dove saranno presi quei soldi è la vera incognita. Lancerà probabilmente anche il piano di investimenti per l’estero, dedicato all’Africa e ai Paesi del partenariato dell’Est, come l’Ucraina e la Georgia. Per contenere i flussi migratori — è la linea della Commissione — bisogna intervenire nei Paesi d’origine.
I temi sicurezza e migrazioni sono quello su cui si giocheranno in parte le prossime partite elettorali negli Stati membri, in Francia come in Germania. E la sicurezza è il filo rosso che unirà il discorso di Juncker con il vertice straordinario di Bratislava, dove Francia e Germania si presenteranno con un documento comune, «una base di riflessione» per rendere la difesa Ue più «reattiva» e più «efficace», confermando di fatto il ruolo guida di Berlino e Parigi nella Ue. E non solo sul tema della sicurezza, che ha visto i due Paesi colpiti duramente dal terrorismo. La cancelliera tedesca Angela Merkel domani volerà dal presidente francese François Hollande per concordare le proposte per lo sviluppo della Ue dopo la Brexit.
E proprio sulle parole che Juncker dedicherà all’uscita di Londra dall’Unione così come al Ttip, sono puntati gli occhi degli osservatori. All’indomani dell’esito del referendum britannico il presidente della Commissione era stato molto duro con la Gran Bretagna e anche la scelta di Michel Barnier come negoziatore era stata letta in questo senso. Mentre il trattato di liberalizzazione commerciale tra Stati Uniti e Ue è stato di fatto affossato da Francia e Germania. Dunque l’atteggiamento della Commissione sarà rilevante.
Al Parlamento Ue si aspettano un discorso che rilanci il lavoro della Commissione. Gianni Pittella, presidente del gruppo dei socialisti europei, chiede «il raddoppio dei fondi per il piano di investimento» e che si «apra il discorso sulla stupidità del patto di Stabilità».