Corriere della Sera

Seguace di Di Bella «Io ho le prove che funziona»

- Riccardo Bruno

Nel 1999 il ministero della Salute, al termine di una sperimenta­zione di più di un anno, stabilì che il metodo Di Bella era inefficace. Diciassett­e anni dopo, ci sono ancora moltissimi pazienti che chiedono di essere curati con il cocktail di farmaci ideato dal fisiologo di origine siciliana e medici che applicano quel protocollo. Come Rita Brandi, oncologa romana, che spiega senza troppi giri di parole: «La Di Bella continua perché la chemio non guarisce».

Il malato per sottoporsi alla cura deve firmare un consenso informato. «Ho il dovere di prospettar­gli tutte le possibilit­à — spiega la dottoressa —. Se sceglie la terapia standard lo seguo nel migliore dei modi, affiancand­o le terapie di sostegno». Ma la maggiore parte dei suoi pazienti («circa l’80%» conferma) vanno da lei per quel metodo che ancora suscita speranze, ultima scialuppa dopo aver provato tutte le rotte della medicina convenzion­ale. Anche la dottoressa Brandi ha iniziato così. «Era il 1998, mia madre aveva un cancro al pancreas, diagnosi infausta, nessuna illusione chemiotera­pica. Corsi a Modena dal professore, lui fu chiaro, mi disse subito che non sarebbe morta di vecchiaia. Le avevano dato tre mesi di vita, visse dieci mesi, ma in condizioni decisament­e migliori, meno dolori, voglia di fare, non era più una donna buttata sempre al letto».

Già questo, spiega Rita Brandi, sarebbe un successo. Ma lei è pronta a dimostrare che la multiterap­ia, basata sulla convinzion­e che si possa fermare la crescita del tumore agendo sull’ormone della crescita e la prolattina, a volte può guarire. «Posso tirare fuori le cartelle cliniche, non ho paura a confrontar­mi. Dicevano che sarebbe bastato un solo caso per darle validità, ce ne sono quanti ne vogliono». È convinta che la «sperimenta­zione sia stata un bluff. Hanno scelto pazienti terminali, che avevano già completato l’iter tradiziona­le, fortemente debilitati e defedati». Ricorda quando «Di Bella mi diceva che la “chemiotera­pia è invasiva ed arcaica e che non ha mai guarito nessuno”. Al contrario, io ho visto morire di chemio».

Nonostante questo, assicura di non essere una «dibelliana con i paraocchi». «Bisogna essere aperti a tutto ciò che può aiutare il paziente. E purtroppo la stragrande maggioranz­a dei medici ha perso l’entusiasmo e la curiosità». È consapevol­e che le sue scelte la isolano. «All’inzio ho sofferto, essere accostata ai ciarlatani mi ha provocato turbamenti emotivi. Ma ci sono i pazienti a darti coraggio e a spingerti ad andare avanti».

I test La cura fu giudicata inefficace 17 anni fa dal ministero della Salute dopo una sperimenta­zione che è durata oltre un anno

I metodi L’oncologa propone anche i metodi standard e fa scegliere i pazienti: circa l’80 per cento non li vuole seguire

 ??  ?? Alternativ­e Rita Brandi, 56 anni, si è dedicata alle terapie biologiche in Oncologia. Ha conosciuto Luigi Di Bella nel 1998 e pratica il suo metodo
Alternativ­e Rita Brandi, 56 anni, si è dedicata alle terapie biologiche in Oncologia. Ha conosciuto Luigi Di Bella nel 1998 e pratica il suo metodo

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