Il calo della natalità e il piano per aiutare le famiglie numerose
In Italia 550 mila bimbi in meno rispetto a 50 anni fa. Le proposte di Area popolare per invertire la tendenza
Non è facile spostare tremila tonnellate di carne e zanne (vive) per 300 chilometri. Servono elicotteri, gru, capitale umano, container adatti, una buona mira e una buona dose di tranquillanti. È il più grande «trasloco» di elefanti della storia e sta avvenendo in questa lunga estate 2016: la «migrazione» o meglio la «ricollocazione» forzata, a fin di bene, di 500 bestioni da un angolo all’altro del Malawi. Dai parchi nazionali Liwonde e Majete, dove ce ne sono troppi, alla Riserva di Nkhotakota, dove sono stati decimati.
Gli elefanti in Africa stanno scomparendo: dal 2007 al 2014 il loro numero è calato del 30%. Ne sono rimasti meno di 400 mila, secondo il recente censimento commissionato dal co-fondatore di Microsoft Paul Allen. La ragione principale, lo sanno tutti (dai mercanti di avorio alle iene della savana), è il bracconaggio. Per una volta, ecco una storia dove i fucili vengono imbracciati da tiratori veterinari come Andre Uys e non dai bracconieri.
L’operazione ideata da African Parks (gruppo non profit che gestisce 10 parchi in 7 Paesi africani) è cominciata a giugno al Liwonde National Park. Poco spazio, troppi elefanti costretti a sconfinare nei terreni coltivati nei dintorni: una quarantina di persone sono morte negli ultimi anni schiacciate dai pachidermi, che per vivere hanno bisogno di almeno un ettaro di terreno ciascuno. In poche aree del continente (metà degli elefanti vive in Botswana e in Zimbabwe) il problema è il sovraffollamento. Altrove (quasi dovunque) il problema è il massacro. Questo squilibrio si può registrare in zone diverse dello stesso Paese, come accade in Malawi. Ecco dunque l’idea del trasloco, pagato con i 2,6 milioni di euro donati da una lotteria di beneficenza nella santa Olanda. Ah, una cosa che ci eravamo dimenticati: per «ricollocare» 500 bestioni servono anche soldi. Tanti. È un lavoro di equipe non indifferente. Prima cosa, gli uomini e le donne di Conservation Solutions (gli esperti del settore) danno la caccia agli elefanti da spostare. Si comincia all’alba, individuando una famiglia di pachidermi in libertà. Dalla
Il dato è secco: in Italia rispetto a mezzo secolo fa nascono 550 mila bambini in meno ogni anno. In pratica, è come se scomparisse una città come Genova, a compensare il fenomeno sono i flussi migratori. Resta che nascono pochi bambini e le famiglie si allargano più tardi e meno di un tempo. «Stiamo diventando un Paese di figli unici, e per invertire la tendenza serve una politica organica», sottolinea il ministro per gli Affari regionali e la famiglia, Enrico Costa. La famiglia, del resto, è uno dei tre pilastri, insieme alla casa e alle imprese, su cui poggia il pacchetto di misure che Area boscaglia, come un mandriano, l’elicottero cerca di spingere il gruppo verso una radura dove sia più facile operare. A questo punto, volando a bassa quota, il dottor Uys entra in azione e prende la mira. La prima a cadere addormentata popolare (Ap) intende formulare alla vigilia della legge di Bilancio. L’elenco dei provvedimenti della coalizione guidata da Angelino Alfano è stato illustrato ieri durante un seminario organizzato dai gruppi parlamentari di Area popolare. Sul versante famiglia l’obiettivo è garantire misure stabili e strutturali, in Alla vigilia della legge di Bilancio, si punta a un premio per i figli e fino a mille euro per il nido grado di dare sostegno ai genitori che decidono di avere figli. «Dobbiamo comprendere le difficoltà delle famiglie, ricordando che in alcuni Paesi i bonus vengono riconosciuti ancora prima che nascano i figli», dice Costa. Le misure allo studio prevedono premi alle famiglie con più figli, con meccanismi di progressività. In via di presentazione anche i voucher fino a mille euro per gli asili nido per supportare il reddito e i bonus per sostenere l’educazione e la crescita dei bambini in età scolare. A corredo degli interventi per favorire la natalità il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, indica la necessità di «garantire l’accesso ai servizi sanitari per tutti, in modo particolare per le fasce più deboli».
Il secondo pilastro che compone il documento con la linea di Ap alla vigilia della manovra autunnale del governo riguarda le imprese. «Servono interventi specifici per le piccole e medie imprese», specifica Luigi Casero, viceministro dell’Economia, che indica anche l’idea di «una tassa fissa sulle imprese con un’aliquota al 24%». Il pacchetto di proposte elaborate dalla coalizione di Alfano contiene anche interventi per un grande progetto sulla banda larga, l’accelerazione sui decreti attuativi che bloccano l’applicazione del nuovo codice degli appalti, una nuova cornice normativa che consenta di accelerare gli investimenti sugli impianti di stoccaggio energetico e sulle grandi centrali elettriche in dismissione. Per quanto riguarda la casa, Ap punta a eliminare tutte le piccole tasse come bolli e imposte di registro. Oltre al no «cubitale» di Alfano a una patrimoniale tra le proposte figura la riduzione da 10 a 4 anni per la restituzione del bonus legato alle ristrutturazioni edilizie.