CONTRO LE TRUFFE DEI CIARLATANI I MEDICI PARLINO A CHI PERDE LA SPERANZA
Èdifficile ingiungere a un malato o a una malata «non dare retta agli stregoni» quando sai che la chemio che sgocciola dai flaconi della flebo non ti salverà dal cancro. Puoi essere la persona più moderna, scettica, ironica, invulnerabile alla predicazione dei ciarlatani. Ma se poi, sofferente e smagrito, ti dicono che il veleno ottenuto dallo scuotimento di uno scorpione cubano farà il miracolo che la chemioterapia non saprà regalarti, allora il tuo tasso di credulità si innalzerà a dismisura e finirai per credere più alla magia che ai protocolli della medicina ufficiale, che ti appare boriosa pur nella sua conclamata impotenza. «In trincea nessuno è più ateo», scriveva Marcello Marchesi. L’esperienza della malattia che non guarisce lascia sprofondare chi soffre e chi gli sta vicino nella dimensione dell’arcaico e dell’irrazionale. La fiaccola dell’Illuminismo si spegne davanti al referto di un cancro «inoperabile». Un libro bellissimo di Joan Didion dedicato al marito morto si intitola significativamente L’anno del pensiero magico, dove il caldo rituale fa premio sui gelidi protocolli della scienza e la disperazione ti trascina in un gorgo, spesso, in condizioni psicologiche e culturali di fragilità assoluta, alla mercé di «guaritori», santoni, guru, chiacchieroni. O tutte queste categorie riunite in una sola persona.
Chi ha avuto la sventura di essere scaraventato nel mondo parallelo della sofferenza oncologica comprende l’oscurità profonda di chi ha ripudiato la chemio cercando altri approdi di tipo magico. Ma disprezza con ancor più furiosa intensità chi sfrutta la disperazione di malati indifesi facendo loro credere a paradisi impossibili. Si assiste con sgomento allo spettacolo triste di un fiume ribollente di rabbia: quello gonfiato di chi, vedendo morire chi si ama, un marito, una moglie, un genitore, un figlio, rovescia la sua delusione additando in una assurda «dittatura della chemioterapia» la causa di ogni male. Siti internet di ogni genere diffondono la follia cospirazionista del «Grande Complotto Chemioterapico» manovrato dalle case farmaceutiche in combutta con tutti i medici con il camice bianco, indicati come complici di un establishment criminale. C’è addirittura un sito dedicato alle virtù taumaturgiche e antitumorali del bicarbonato e molti malati che nella vita normale accoglierebbero con sarcastico distacco questa ennesima menzogna da ciarlatani finiscono poi per provarci di nascosto, con il bicarbonato: magari può essere più efficace del cisplatino che non ha guarito, dicono e sospirano. Un astio profondo si scarica su chi viene accusato di tener nascosto per loschi motivi il vero rimedio ai tumori. Che i medici conoscerebbero ma che non vogliono far conoscere per non prosciugare le tasche loro e dell’industria farmaceutica di cui sono «servitori». È un delirio, ma un delirio che arruola sempre più numerosi seguaci. Ci sono frange folli, soprattutto negli Stati Uniti dove questo tipo di paranoia attecchisce sempre su un terreno favorevole, che vedono nel cancro un’arma politica usata dai po-