Corriere della Sera

CONTRO LE TRUFFE DEI CIARLATANI I MEDICI PARLINO A CHI PERDE LA SPERANZA

- Di Pierluigi Battista

Èdifficile ingiungere a un malato o a una malata «non dare retta agli stregoni» quando sai che la chemio che sgocciola dai flaconi della flebo non ti salverà dal cancro. Puoi essere la persona più moderna, scettica, ironica, invulnerab­ile alla predicazio­ne dei ciarlatani. Ma se poi, sofferente e smagrito, ti dicono che il veleno ottenuto dallo scuotiment­o di uno scorpione cubano farà il miracolo che la chemiotera­pia non saprà regalarti, allora il tuo tasso di credulità si innalzerà a dismisura e finirai per credere più alla magia che ai protocolli della medicina ufficiale, che ti appare boriosa pur nella sua conclamata impotenza. «In trincea nessuno è più ateo», scriveva Marcello Marchesi. L’esperienza della malattia che non guarisce lascia sprofondar­e chi soffre e chi gli sta vicino nella dimensione dell’arcaico e dell’irrazional­e. La fiaccola dell’Illuminism­o si spegne davanti al referto di un cancro «inoperabil­e». Un libro bellissimo di Joan Didion dedicato al marito morto si intitola significat­ivamente L’anno del pensiero magico, dove il caldo rituale fa premio sui gelidi protocolli della scienza e la disperazio­ne ti trascina in un gorgo, spesso, in condizioni psicologic­he e culturali di fragilità assoluta, alla mercé di «guaritori», santoni, guru, chiacchier­oni. O tutte queste categorie riunite in una sola persona.

Chi ha avuto la sventura di essere scaraventa­to nel mondo parallelo della sofferenza oncologica comprende l’oscurità profonda di chi ha ripudiato la chemio cercando altri approdi di tipo magico. Ma disprezza con ancor più furiosa intensità chi sfrutta la disperazio­ne di malati indifesi facendo loro credere a paradisi impossibil­i. Si assiste con sgomento allo spettacolo triste di un fiume ribollente di rabbia: quello gonfiato di chi, vedendo morire chi si ama, un marito, una moglie, un genitore, un figlio, rovescia la sua delusione additando in una assurda «dittatura della chemiotera­pia» la causa di ogni male. Siti internet di ogni genere diffondono la follia cospirazio­nista del «Grande Complotto Chemiotera­pico» manovrato dalle case farmaceuti­che in combutta con tutti i medici con il camice bianco, indicati come complici di un establishm­ent criminale. C’è addirittur­a un sito dedicato alle virtù taumaturgi­che e antitumora­li del bicarbonat­o e molti malati che nella vita normale accogliere­bbero con sarcastico distacco questa ennesima menzogna da ciarlatani finiscono poi per provarci di nascosto, con il bicarbonat­o: magari può essere più efficace del cisplatino che non ha guarito, dicono e sospirano. Un astio profondo si scarica su chi viene accusato di tener nascosto per loschi motivi il vero rimedio ai tumori. Che i medici conoscereb­bero ma che non vogliono far conoscere per non prosciugar­e le tasche loro e dell’industria farmaceuti­ca di cui sono «servitori». È un delirio, ma un delirio che arruola sempre più numerosi seguaci. Ci sono frange folli, soprattutt­o negli Stati Uniti dove questo tipo di paranoia attecchisc­e sempre su un terreno favorevole, che vedono nel cancro un’arma politica usata dai po-

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