Ricaricare il telefono da una maglietta Si apre l’era del carbonio intelligente
All’Enea di Portici si studiano le nuove applicazioni dei polimeri stampabili
Una luce violetta, calda, profonda e a frequenza variabile avvolge l’atmosfera all’interno di una serra mentre una serie di sensori tiene sotto controllo lo stato di stress dei germogli di pomodoro in coltura idroponica. Una t-shirt dotata di micro celle fotovoltaiche, impalpabili e invisibili a occhio nudo, carica il cellulare che teniamo in tasca durante una passeggiata all’aria aperta. Le etichette applicate alle confezioni di surgelati inviano informazioni sullo stato di conservazione del prodotto appena acquistato al supermercato, avvertendoci per tempo di anomalie nella temperatura o nel tasso di umidità.
Non è fantascienza. È la magia del carbonio. O, meglio, di una piattaforma tecnologica che utilizza i materiali a base di carbonio per realizzare sistemi sottili, leggeri, flessibili, low cost e a basso impatto ambientale mettendo in discussione tutto ciò che, finora, credevamo di sapere sull’elettronica. «Noi la chiamiamo elettronica organica ed è un nuovo orizzonte tutto da esplorare ma che sostanzialmente si basa su una scoperta che risale ormai agli anni Novanta: la conduttività dei polimeri» spiega Carla Minarini, responsabile del progetto Tripode dell’Enea, appena finanziato, per il suo secondo ciclo di attività, con 13 milioni di euro coerogati da Regione Campania e ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca.
A livello mondiale, secondo una recente ricerca IdTechEx, questi prodotti hi-tech possono contare su un mercato stimato di 26 miliardi di dollari, destinati a raggiungere i 69 miliardi nel giro del prossimo decennio. Ecco perché a Portici, sette chilometri a sud di Napoli (tratta famosa, dato che il 3 ottobre 1839 venne coperta dalla prima ferrovia costruita in territorio italiano), l’ingegner Minarini coordina 25 ricercatori impegnati a tempo pieno nello sviluppo di sorgenti luminose Oled (i Led organici ad alte prestazioni), di celle fotovoltaiche flessibili e di etichette Rfid (Radio-Frequency IDentification) dotate di sistemi intelligenti di lettura e riconoscimento. «Sviluppiamo prototipi e processi a stretto contatto con i nostri partner industriali — prosegue Minarini —: si tratta di una tecnologia ancora giovane, ma con molti punti di forza». Fra cui il fatto che l’elet-
Il giro d’affari Il mercato di Led, etichette e celle fotovoltaiche flessibili tocca i 26 miliardi
tronica organica è innanzitutto un’elettronica stampabile. «Utilizziamo tecniche di processo a basso costo, del tutto simili a quelle dell’editoria». Infatti i circuiti dei nuovi dispositivi vengono impressi su carta o plastica, cosa impossibile col silicio.
«Con gli Oled si possono ad esempio realizzare lampade piatte e fredde, con ottime rese di colore, anche curve e flessibili e persino trasparenti per finestre intelligenti, mentre le celle solari organiche sono integrabili nelle facciate degli edifici, nei tessuti e persino nei capi d’abbigliamento». Da qui a produrre energia dalle tende da sole che abbiamo in terrazzo e a ricaricare il cellulare direttamente dalla maglietta, il passo pare davvero corto.