Folla record: la febbre di Mosca per Raffaello
dal nostro inviato
È stata inaugurata soltanto lunedì sera, ma i biglietti online per la mostra su Raffaello al Museo Pushkin sono già esauriti fino a tutto il mese di ottobre. Mosca è in piena febbre raffaellita. Già ieri mattina lunghe code si sono formate all’ingresso del primo grande allestimento dell’artista di Urbino nella capitale russa.
Promossa dall’Ambasciata italiana, sotto l’Alto patronato della Presidenza della Repubblica e di quello del Presidente della Federazione russa, l’esibizione Raffaello. La poesia del volto espone 11 opere (otto dipinti e tre disegni) del maestro, fra cui pezzi iconici come la Madonna del Granduca, proveniente dalla Galleria Palatina, e l’Autoritratto, conservato presso gli Uffizi. Il confronto centrale del percorso espositivo è quello tra poesia e letteratura, che giustappone le opere di Raffaello a citazioni fra gli altri di Vasari, Castiglione, Dostoevskij e Pushkin.
Curata per la parte italiana da Marzia Faietti e per quella russa da Viktoria Markova, la mostra resterà aperta fino all’11 dicembre e in ragione della grande richiesta gli organizzatori stanno pensando anche ad aperture straordinarie e visite notturne.
All’inaugurazione, con il nostro ambasciatore Cesare Maria Ragaglini, hanno preso parte la direttrice del Pushkin, Marina Loshak, quelli degli Uffizi, Eike Schmidt, e della Galleria Nazionale delle Marche, Peter Aufreiter, che ha prestato il dipinto La muta. Per il governo russo, erano presenti il ministro della Cultura, Vladimir Medinsky, e il viceministro degli Esteri, Alexej Meshkov.
«È sicuramente — ha detto Ragaglini introducendo l’evento — uno degli eventi artistici più importanti mai realizzati dall’Italia in Russia. Raffaello a Mosca sarà ricordato per molti anni come una pietra miliare della nostra diplomazia culturale». Raffaello, secondo Marina Loshak, «è il pittore che tutti in Russia aspettavano, perché è quello capace di unire le persone più diverse, sia quelle che sanno appena un po’ di arte e trovano ispirazione nei suoi personaggi, sia gli intellettuali, che ne capiscono le tante e straordinarie sfaccettature». Madonna del Granduca (1505)