Il giornalismo dal vivo e l’attimo da cogliere
Durante la conferenza stampa di presentazione di Fuoricinema, sia la vice direttrice vicaria del Corriere della Sera, Barbara Stefanelli, sia Gino Vignali, della coppia d’arte Gino & Michele, hanno sottolineato come Milano stia vivendo un «momento magico», fatto di grande partecipazione dei cittadini, di idee, progetti e, insomma, di quella che impalpabilmente si potrebbe definire positività. Lo ha dimostrato, nello scorso fine settimana, «Il Tempo delle Donne», la festa-festival di Corriere e 27Ora alla Triennale, dove decine di migliaia di persone hanno partecipato a incontri e dibattiti, alcuni più «pop», come gli show di Luciana Littizzetto o Geppi Cucciari, altri decisamente più impegnativi, come la lectio magistralis di Alain de Botton. Ma l’entusiasmo è stato lo stesso e lo abbiamo sentito. E il quotidiano di via Solferino da tempo lavora per cambiare e far evolvere il mestiere di giornalista, anche con appuntamenti come Fuoricinema: a intervistare dal vivo registi, attori e musicisti saranno diverse firme del giornale, così come è stato fatto al Tempo delle Donne e così come si farà nel corso del road show del «Bello dell’Italia», sei eventi diffusi in altrettante città, dal 24 settembre ( tanto per fare altri due esempi). Perché sentire una voglia di condivisione di parole, musica e film così intensa come quella che ci sta regalando Milano in questi mesi significa capire che il giornalismo può e deve cogliere anche questi segnali; può e deve aprirsi alla gente, andare tra la gente, ascoltare e imbastire con i lettori un dialogo che risponda a questo desiderio di partecipazione in prima persona. Anche nella fabbrica delle notizie.