La Juve si sente a casa sua
Allegri: «Questa squadra è stata costruita per lottare con Real, Barcellona e Bayern»
La forza delle idee. Prima ancora della potenza dei numeri, che poi si riducono troppo spesso ai milioni spesi per costruire una squadra. La Juventus ritrova l’Europa e l’Europa ritrova una Juventus ancora più matura, evoluta e attrezzata per arrivare più vicino possibile a questa Coppa dei sogni, che a Torino si è fermata solo due volte nelle otto finali raggiunte. La forza delle idee è quella che ostenta il primo avversario dei bianconeri, l’argentino Jorge Sampaoli, ex c.t. del Cile e debuttante in Champions a 56 anni: «Faremo di tutto per vincere, non ci interessano punti raccolti in maniera casuale». È subito interessante questo primo incrocio per la Juve, non solo perché il Siviglia ha vinto tre volte di fila l’Europa League ed è stata la squadra che ha costretto i bian- coneri a incrociare il Bayern agli ottavi della scorsa edizione. Ma soprattutto perché Sampaoli, sulla scia di Marcelo Bielsa, fa parte di quegli allenatori di grande moda e di innegabile fascino, che preferisce vincere 6-4 una partita, che speculare sull’1-0. Uno che «si difende attaccando» come sottolinea Massimiliano Allegri. «E quindi ci vorrà pazienza, perché contro il nuovo Siviglia potrebbero esserci momenti di difficoltà».
Sarebbe sbagliato contrapporre l’idealismo e la mistica della «camiseta», ovvero la maglia, non a caso citata più volte anche ieri da Sampaoli, al prag-
matismo a volte un po’ spicciolo di Allegri. Perché il cammino europeo di questo allenatore, prima col Milan e ora con la Juventus, dimostra ampiamente come la politica spicciola dei piccoli passi («Passiamo prima il turno, poi vediamo a marzo che Champions sarà») nasconda in realtà una gestione delle notti di Coppa sempre più di ampio respiro, assieme a una ricerca costante del gioco offensivo, senza perdere l’equilibrio.
Per questo la Juve di stasera non dovrebbe essere molto differente nell’atteggiamento da quella di sabato contro il Sassuolo, fermo restando che giocheranno Dani Alves al posto di Lichsteiner, Barzagli per Benatia ed Evra per Alex Sandro. Quel che conta, per l’identità nuova di questa squadra, adesso sta soprattutto nel mezzo. Quindi rivedere Pjanic che parte mezzala e gioca di fatto trequartista con Khedira e Lemina a coprirlo, sarebbe un secondo indizio su quello che Allegri vuole da questa squadra: una sfacciataggine, ragionata e concreta, come solo chi ha Higuain e Dybala davanti può permettersi. Se poi Pjanic manterrà di più la posizione da regista e giocherà Asamoah al posto di Lemina, la filosofia di fondo non dovrebbe mutare, anzi.
Sarà un caso, ma su questa scia, per una volta il tecnico bianconero si sbilancia anche a parole: «Siamo costruiti per lottare con Real, Barcellona, Bayern e Manchester City — dice Allegri —. Ma l’importante sarà non perdere mai l’equilibrio e non farci trasportare dall’euforia». Questa Juve, assicura capitan Buffon, però «ha voglia, entusiasmo, impazienza». E forse anche una nuova forza delle idee.
Buffon Siamo pronti, c’è voglia, entusiasmo e tanta impazienza