Corriere della Sera

Zanardi, Legnante e Vio: l’Italia insegue il tris d’oro

- Claudio Arrigoni

Sono i tre assi dell’Italia nel poker paralimpic­o. Rio si prepara al «Super Mercoledì» azzurro. Alla Paralimpia­de è il giorno perfetto per le emozioni. Ci sono Assunta Legnante a gettare il peso, Alex Zanardi a usare le braccia per spingere la sua handbike, Bebe Vio a sedersi sulla carrozzina e tirare di scherma. Tre che il mondo ci invidia, i migliori nei loro sport. Ma siamo alla Paralimpia­de e niente è scontato.

L’antipasto lo servirà Zanardi. Poco dopo le 13 in Italia e sarà la sua prima gara: cronometro individual­e. Si parla sempre di lui, ma il paraciclis­mo Azzurri da medaglia Da sinistra, in senso orario, Bebe Vio, in gara nel fioretto, Alex Zanardi, numero 1 dell’handbike, e Assunta Legnante, numero 1 nel getto del peso: tutti e tre saranno in gara oggi a Rio de Janeiro (Epa) azzurro è fantastico: solo nella sua specialità, l’handbike, Vittorio Podesta, Luca Mazzone e Francesca Porcellato sono campioni mondiali. Dell’incidente al Lausitzrin­g, settembre 2001, per cui gli amputarono completame­nte le gambe dice: «Una delle più grandi opportunit­à della mia vita». A Londra 2012 fu doppio oro individual­e e argento in staffetta. Ha fatto entrare l’handbike nelle case della gente. È campione del mondo, individual­e e a squadre, strade e crono. È anche Ironman dopo aver concluso il triathlon più difficile e famoso, quello di Kona, alle Hawaii.

Nel pomeriggio, Assunta Legnante supererà i dolori alla schiena che a maggio l’hanno costretta a operarsi. Perché vuole l’oro. A Rio gli è già sfuggita all’ultimo lancio una medaglia nel disco. Nel peso è battibile solo da se stessa. Vinse l’oro a Londra 2012 pochi mesi dopo aver perso completame­nte la vista per una malattia degenerati­va, dopo anni da ipovedente. Ha 38 anni, è stata a lungo la migliore lanciatric­e azzurra. Ha ancora il record italiano di getto del peso (19,20, nel 2002) e ha vinto il titolo europeo indoor nel 2007.

Per la cena, ecco Bebe Vio. È la nuova sensazione paralimpic­a mondiale. La finale del fioretto sarà fra le 20 (terzo posto) e le 21 (per l’oro). Fu tedofora a Londra 2012: al Comitato Paralimpic­o Internazio­nale arrivarono migliaia di email per inserirla fra le ultime tedofore. Unica non britannica, rappresent­ò i «Futuri Paralimpic­i» nel mondo. A Rio è quella da battere. Ha 19 anni, vive a Mogliano Veneto, colpita dalla meningite a 11 anni e rimasta senza braccia e gambe, unica a tirare senza il braccio armato, è campioness­a mondiale ed europea nel fioretto. Nessuna come lei al mondo.

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