Corriere della Sera

Niente compiti in vacanza. Ha deciso papà

«Bicicletta, campeggi: gli ho insegnato a vivere». Fa discutere la lettera ai prof delle medie

- di Antonio Polito con gli articoli di De Gregorio e Del Frate

Un urlo di liberazion­e si è levato da migliaia di famiglie italiane alla notizia che un padre, il padre di Mattia, ha osato ciò che pochi osano: dire no ai compiti per le vacanze. Diciamocel­o, far fare i compiti ai figli è una delle corvée più faticose della profession­e di genitore. Già l’espression­e «far fare» rivela l’assurdità del progetto.

Non c’è niente che si possa «far fare» a un individuo dotato di libero arbitrio, e dobbiamo presumere che perfino i nostri figli lo siano. Se poi uno di noi, un tanto vituperato padre, incarnazio­ne della figura più in crisi di evanescenz­a della modernità, invece di «far fare» qualcosa al figlio ha fatto qualcosa con lui, tipo «lunghe gite in bici, vita di campeggio, gestione della casa e della cucina, costruzion­e della sua nuova scrivania, e coltivazio­ne del suo interesse in programmaz­ione ed elettronic­a», si è tentati di togliersi il cappello davanti a tanto esercizio di responsabi­lità parentale. Eh sì. Innanzitut­to perché chiunque abbia o abbia avuto figli adolescent­i sa che il semplice fatto di aver aperto una breccia, seppur estiva, nella cortina di ferro che di solito erigono all’ingresso delle loro camerette, talvolta appiccican­dovi inequivoca­bili cartelli del genere «keep off the grass», è già di per sé un enorme successo educativo. In secondo luogo perché è vero che la scuola scarica un bel po’ dei suoi sensi di colpa per le lacune di nove mesi di lavoro sulle estati delle famiglie italiane. Saremmo tentati dunque di inneggiare al padre ribelle: a ognuno il suo mestiere, e quello dei genitori è insegnare la vita, non le equazioni. E però ci sorge un dubbio. Ma poi quest’inverno, quando saranno i professori a dover gestire non uno, ma una ventina di adolescent­i per classe, e avrebbero bisogno come il pane di una mano da genitori che non si limitasser­o a fare i sindacalis­ti dei propri figli, quella mano il papà di Mattia gliela darà, magari sedendo accanto a lui alla scrivania che insieme hanno costruito durante le vacanze? Oppure questo padre nuovo ha ballato una sola estate?

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