Esercito comune aiuti e fondi L’Europa ci prova
Frontiere da presidiare, investimenti da raddoppiare, a 630 miliardi, «flessibilità intelligente», difesa comune. Meno generico di altre volte, il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, ha sparato tutte le cartucce. Ora si passa al vertice di Bratislava che domani avvierà il percorso di celebrazioni del sessantesimo dell’Europa. Cercando di evitare scosse prima del voto tedesco del 2017.
annuale rapporto di Jean-Claude Juncker è stato quel che doveva essere: una poco ottimistica anticipazione del vertice di Bratislava che si tiene venerdì. La Brexit non ha affondato l’Europa, ma essa rischia di suicidarsi se i 27 Paesi rimanenti continueranno a litigare e se i popoli europei avranno l’impressione, in un 2017 disseminato di elezioni, che la Ue non raccoglie le loro istanze. Meno generico di altre volte, il presidente della Commissione ha sparato tutte le cartucce che aveva. I sondaggi indicano che l’afflusso di rifugiati è il più urgente dei problemi da affrontare? Propongo che i confini esterni vengano presidiati dalla guardia costiera e dalla polizia di frontiera già dal prossimo mese, oltre all’introduzione di una registrazione per chi entra o esce dall’Unione. E Juncker, a questo punto, ha ricordato con amarezza che la solidarietà deve venire dal cuore, non può essere imposta. Un atto d’accusa contro quei Paesi che hanno respinto il sistema delle quote con il risultato che dei 160.000 rifugiati presenti lo scorso anno in Italia e Grecia soltanto 5.000 sono stati trasferiti. Juncker ha seguito lo stesso percorso, dolente ma non rinunciatario, su tutti i temi trattati. L’economia cresce poco, ma il fondo per gli investimenti viene portato a 630 miliardi entro il 2022 e soprattutto (l’Italia approva) occorre una «flessibilità intelligente nell’applicare il Patto di stabilità». Avanti per la difesa europea, quartier generale unico compreso. Brava Mogherini, ma deve sedere al tavolo dei negoziati sulla Siria. Con i britannici tratterà un duo francotedesco, tanto per chiarire le vere gerarchie. E ora si passa a Bratislava, dove verrà messa in cantiere una «riflessione» a 27 destinata a culminare nelle celebrazioni del sessantesimo nel marzo prossimo a Roma ma utile in realtà anche per guadagnare tempo ed evitare scosse prima delle elezioni tedesche dell’autunno 2017. Su Corriere.it Puoi condividere sui social network le analisi dei nostri editorialisti e commentatori: le trovi su www.corriere.it