Corriere della Sera

I punti contestati e le controdedu­zioni

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Il premio di maggioranz­a

Nel mirino dei ricorsi il premio di maggioranz­a: sproporzio­nato se attribuito al ballottagg­io senza una soglia minima di voti (un partito che al primo turno ottiene il 25% dei voti può avere il 55% dei seggi al ballottagg­io). Con un effetto, accusano, «distorsivo» della rappresent­anza. Il governo sottolinea che, con il ballottagg­io, il premio andrà a chi ha conseguito almeno il 50% dei voti

Apparentam­enti

Tra il primo e il secondo turno non sono ammessi apparentam­enti tra liste: l’Italicum non prevede coalizioni. Il ricorso ammesso a Torino prende di mira questo aspetto: è irrazional­e, il premio potrebbe essere assegnato a una formazione priva di adeguato radicament­o nel corpo elettorale. I difensori dell’Italicum sottolinea­no che la legge ha l’obiettivo di una «democrazia governante»

Capilista bloccati

Nei collegi i capilista di ciascuna formazione sono bloccati, gli altri (se una lista ottiene più di un seggio) sono scelti con le preferenze. Il ricorso ammesso a Messina sottolinea: impossibil­e scegliere direttamen­te e liberament­e i deputati. La replica: non è il listone bloccato del Porcellum, i collegi piccoli garantisco­no la scelta dell’elettore (il capolista è simile al candidato di un collegio uninominal­e)

Candidatur­e multiple

Un candidato può essere capolista, quindi essere eletto automatica­mente se la lista ottiene un seggio, in più collegi: fino a 10. E può decidere dopo il voto in quale dei collegi essere eletto. L’assenza di un criterio (ad esempio: vale l’elezione nel collegio con il miglior risultato o in quello di residenza del candidato) priva l’elettore di valutazion­i sull’«utilità» del suo voto di preferenza

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