Corriere della Sera

Il sindaco pensa a come restare in piedi in caso M5S si sfili Una maggioranz­a alternativ­a, il possibile piano B di Raggi E Fico anima gli «ortodossi»

- Ernesto Menicucci © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

L’affondo di Roberto Fico contro il «governo di scopo» ipotizzato da Alessandro Di Battista. La «fronda» dei parlamenta­ri che sostengono le posizioni del deputato campano. E, sul fronte romano, il mezzo sì sullo stadio della Roma, le «manovre» sulle Olimpiadi, il tentativo di stringere sull’assessore al Bilancio della giunta Raggi. Sullo sfondo, un’idea che — tra le persone intorno a Virginia Raggi — comincia a circolare: una sorta di «piano B», in caso il M5S le togliesse il simbolo, con l’individuaz­ione di una «maggioranz­a alternativ­a» che possa dire sì alla variante urbanistic­a per realizzare l’impianto della Roma, che confermi l’impegno sulle Olimpiadi (magari con un sì vincolato, con verifica a febbraio) e che possa tenere in piedi la Raggi anche senza il sostegno del Movimento. Fantapolit­ica? Chissà. Di certo, tra i 29 consiglier­i comunali ci sono diverse posizioni: 13 sono già al «secondo mandato» (avendone fatto uno da consiglier­e municipale) e non sono più ricandidab­ili da M5S, mentre gli altri 16 sono al primo «giro».

Le acque, dentro i 5 Stelle, restano agitate. Anche, o soprattutt­o, sul piano nazionale. Fico, su Facebook, scrive: «Il M5S nasce con uno scopo preciso, non accetta compromess­i, non si accomoda per strada. Il M5S è una rivoluzion­e. E una rivoluzion­e deve andare fino in fondo, non può essere a metà, perché le rivoluzion­i a metà sono peggio dei partiti politici». In pochissimo tempo, arrivano una marea di condivisio­ni, specie dai parlamenta­ri più «ortodossi»: Carla Ruocco, Roberta Lombardi, Nicola Morra, Paola Taverna, Mimmo Pisano.

Un monito ai vertici, sicurament­e. Ma, magari, è anche un riferiment­o a quanto accade nella Capitale, dove la Raggi è tentata di farsi aiutare dalle opposizion­i su Olimpiadi e stadio della Roma. Ieri James Pallotta, patron dei gialloross­i, è salito al Campidogli­o, per incontrare la sindaca. «L’incontro è andato bene», dice Raggi. «Sono consapevol­i dell’importanza del progetto», aggiunge l’americano.

Ma anche sulle Olimpiadi qualcosa si muove. Dopo le parole di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista («deciderà la Raggi»), e nonostante il pressing di alcuni esponenti M5S (dice Gianluca Perilli: «Raggi dirà no»), da Palazzo Senatorio si prepara una lettera ai Municipi per quantifica­re le loro esigenze economiche. Ma col Comune che ha evitato il predissest­o per soli 6 milioni di euro, quei soldi potrebbero venire solo con i Giochi. Per il Bilancio, in lizza due nomi: Nino Galloni (l’economista del «Movimento Roosevelt») e Ugo Marchetti, ex generale della Finanza che avrebbe fatto il braccio destro di Alfio Marchini. Infine il caso Muraro, che Raggi ora potrebbe scaricare. Nella giornata della sindaca c’è anche il «no grazie» alla maglietta (di Ciro Immobile) che la Lazio le aveva spedito per il figlio Matteo. Raggi, fa sapere il club, vuole «mantenere l’imparziali­tà calcistica».

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In Campidogli­o Il presidente della Roma James Pallotta ieri con Virginia Raggi (foto dal profilo Facebook della prima cittadina)

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