«Bill non c’è più: votatelo» E i repubblicani di Albany scelgono il candidato morto
Il deputato Nojay si è ucciso a pochi giorni dalle elezioni
Quando venerdì mattina si è ucciso sparandosi un colpo di pistola sulla tomba del fratello al cimitero di Rochester, il deputato repubblicano dello Stato di New York Bill Nojay non immaginava che quattro giorni dopo, da morto, avrebbe vinto le primarie repubblicane per mantenere il proprio seggio al Parlamento di Albany.
Mentre familiari, amici e consiglieri politici stanno ancora cercando di capire che cosa abbia spinto Nojay — 59 anni, sposato con tre figli — a togliersi la vita, negli ultimi giorni i leader del partito repubblicano hanno intensificato la campagna elettorale, chiedendo ufficialmente ai cittadini di votare per un morto: secondo il regolamento statale, infatti, la sua vittoria avrebbe permesso ai dirigenti dello schieramento di scegliere — entro dieci giorni dal decesso — il candidato che lo sostituirà alle elezioni di novembre.
Nojay martedì ha sconfitto di circa mille voti (su 4.500 elettori) il suo avversario Rick Milne, sindaco del villaggio di Honeoye Falls, permettendo così ai presidenti del partito repubblicano delle tre contee che rappresentava ad Albany di individuare un successore che, considerando l’inclinazione conservatrice dell’area, a novembre dovrebbe facilmente ottenere il suo seggio alla Camera.
«Si è trattato di una scelta di pessimo gusto per indirizzare il voto», ha commentato lo sfidante Milne. «Non credo che abbiano chiesto di votare Nojay per commemorarlo, quanto per scegliere da soli chi mandare ad Albany».
Figlio di un dipendente della Eastman Kodak, avvocato, «a lungo impegnato nel sostenere movimenti democratici in Nepal, Ucraina, Afghanistan e Libia», come recitano le sue biografie ufficiali senza specificarne gli interessi controversi, Nojay si era avvicinato alla politica a 17 anni grazie alla «città sulla collina», un celebre discorso pronunciato da Ronald Reagan, e alle politiche sociali a cui si era appassionato per il fratello disabile.
Eletto per la prima volta nel 2012, era un aperto sostenitore delle armi e conduceva un popolare programma radiofonico quotidiano che usava per denunciare con tono combattivo il governo statale a maggioranza democratica, l’establishment repubblicano e «l’intollerabile pressione fiscale». Grazie a questo suo animo battagliero, nel 2013 aveva invitato Donald Trump a correre come governatore di New York e, quando il tycoon si è candidato alla presidenza due anni più tardi, è diventato co-presidente del locale comitato elettorale.
Nojay era il grande favorito di queste primarie, anche se negli ultimi tempi la sua immagine pubblica era stata intaccata da alcuni procedimenti legali che ne avevano annerito lo spirito, più che le ambizioni politiche. Nel 2014 era stato denunciato per frode da un dentista di Phnom Penh che sosteneva di essere stato truffato per un milione di dollari dalla sua società di esportazione di riso. Il deputato — che era sotto processo in Cambogia, Paese che frequentava da oltre 30 anni — definiva l’indagine una semplice faida fra soci, anche se in primavera l’Fbi aveva aperto il ramo americano dell’inchiesta.
Secondo il The Democrat & Chronicle di Rochester, però, venerdì il deputato sarebbe dovuto comparire in tribunale per un altro caso di frode, stavolta riguardante il fondo fiduciario dell’ex cliente e amico Bud DeWolff, che aveva gestito e da cui erano scomparsi 1,8 milioni di dollari.
Seguendo il denaro, l’Fbi era risalita a Nojay, che venerdì sarebbe stato incriminato ufficialmente. DeWolff ha rivelato che l’avvocato aveva già restituito parte dei soldi, ma all’udienza il deputato non si è mai presentato: qualche minuto prima ha avvertito il proprio legale delle sue intenzioni e si è sparato un colpo di pistola al cimitero di Rochester.
Riuscendo comunque a vincere le primarie quattro giorni più tardi.