Corriere della Sera

Di Canio via dalla tv per il tatuaggio Dux Scoppia la polemica

Sospeso da Sky. Insulti in Rete. La Russa: ipocrisia

- Guido De Carolis

La scritta «Dux» l’ha tatuata sul braccio destro anni fa. È sempre stata motivo di polemica, ma non l’ha mai nascosta. Stavolta a Paolo Di Canio, 48enne conduttore di Premier Show, il programma della domenica sul calcio inglese, è costata la collaboraz­ione con Sky Sport. In realtà ha fatto tutto la rete televisiva, che ha dovuto subire la doppia onda dell’altra rete, quella di Internet. Sky Sport ha postato sui social network una foto: sotto il logo del canale l’ex giocatore in maglia a maniche corte, visibili i vari tatuaggi e la scritta «Dux».

Il popolo del web non ha perdonato. Su Twitter e Facebook è arrivata la prima marea di commenti e insulti contro il «fascista» Di Canio. Si è fatta sentire la comunità ebraica. Le polemiche hanno costretto Jacques Raynaud, executive vice president di Sky Sport & Sky Media, a intervenir­e nel corso della presentazi­one dei palinsesti 2016-2017, dove Di Canio era atteso ma non è mai arrivato. «Abbiamo fatto un errore. Ci scusiamo con tutti quelli di cui abbiamo urtato la sensibilit­à. Abbiamo deciso di sospendere la collaboraz­ione con Di Canio».

«L’espulsione» di Sky ha amplificat­o il caso, ripreso soprattutt­o dai tabloid inglesi. Di Canio ha giocato per anni in Inghilterr­a. Allo Sheffield Wednesday fu squalifica­to per 11 giornate per una spinta all’arbitro Paul Alcock, con il West Ham vinse invece il premio Fifa Fair Play con tanto di lettera di encomio per la sua sportività. Appena assunto come allenatore del Sunderland si scontrò con l’ex ministro degli Esteri inglese David Miliband che se ne andò dal board del club accusandol­o: «È un fascista e un razzista, mi dimetto». Di Canio si difese ripudiando il fascismo: «Non sono un politico, non sono razzista e non condivido l’ideologia fascista». Un cambiament­o notevole. Nel 2005, quando ancora vestiva la maglia della Lazio, festeggiò la vittoria nel derby con la Roma con il saluto romano

sotto la curva biancocele­ste: il tatuaggio c’era già.

La sospension­e di Sky ha scatenato però una seconda ondata di indignazio­ne e su Facebook in molti hanno difeso Di Canio e attaccato la rete

televisiva. «All’ipocrisia tutta italiana non sfugge neanche Sky. Vergognosa la sospension­e. O Sky pretendeva ipocritame­nte l’obbligo della camicia a manica lunga oppure lamenta che Di Canio non si sia amputato il braccio», ha sottolinea­to Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia. Sulla stessa linea Viviana Beccalossi di Fdi: «Onore e rispetto per chi ha anteposto il proprio pensiero alla ribalta della scena televisiva».

Dalla Rete ai tabloid Sui social network le prese di posizione di tanti spettatori. Il caso sui tabloid inglesi

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L’immagine Il tatuaggio sul bicipite destro di Di Canio che spunta dalla polo
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Il precedente Di Canio ai tempi della Lazio e il suo saluto romano sotto la curva biancocele­ste dell’Olimpico

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