Corriere della Sera

Un affresco inquietant­e sull’educazione

- Di Magda Poli

Socrate e la sua morte in un filmato, sulla scena un professore, unico superstite della strage perpetrata da uno studente all’esame di maturità, e la sua classe.

I dialoghi di Platone e il romanzo Il Sopravviss­uto scritto da Antonio Scurati, in Socrate il sopravviss­uto/come le foglie del gruppo Anagoor (Olimpico di Vicenza), si contaminan­o (con innesti da Cees Nooteboom) per comporre un affresco inquietant­e sull’educazione, per significar­e i limiti di un sistema che non arriva mai, ad esempio, ad affrontare con profondità d’analisi il Novecento, costretto dai tempi scolastici o forse dall’impossibil­ità di spiegare il Male.

Intense alcune immagini create dal regista Simone Darai, anche autore con Patrizia Vercesi, nei banchi gli allievi si accasciano esausti, morti al sapere, o con lastre di pietre stillano dai libri bagnati una conoscenza che si disperde a terra. Alla frustrazio­ne della passione per l’insegnamen­to del docente corrispond­e quella degli allievi inappagati nella loro ricerca giovanile del «palpito dell’infinito».

E si corre verso la pistola che ucciderà i professori, lasciando in vita solo l’insegnante di storia e filosofia, segno tragico e terribile, urlo di un innegabile bisogno di pensiero e conoscenza.

Socrate il sopravviss­uto di Derai e Vercesi 7 

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Maschere Una scena del nuovo spettacolo della compagnia veneta Anagoor

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