La misura
Ieri il Senato ha dato il via libera al ddl di riforma dell’editoria (154 sì, 36 no, 46 astenuti). Il testo contiene l’emendamento del pd Cociancich (approvato mercoledì) che impone anche alla Rai il tetto di 240.000 euro per gli stipendi
Il tetto vale per dipendenti, amministratori e consulenti Rai, alti vertici compresi. Il ddl torna ora alla Camera
Mancato utilizzo del job posting, cioè l’annuncio della posizione vacante per effettuare una ricognizione interna nelle procedure di selezione dei dirigenti. Conflitto di interessi per una delle posizioni selezionate rispetto a chi ha curato la selezione. Irregolarità sulle posizioni di direzione staff della direzione generale e quelle di responsabile relazioni con i media presso la direzione relazioni esterne.
Nella delibera dell’Anac guidata da Raffaele Cantone, che fa seguito all’esposto del sindacato Usigrai del 27 aprile scorso sull’arrivo in azienda di 21 dirigenti esterni, tutti in posizioni strategiche, si premette «che non spetta all’Autorità né valutare la legittimità o meno delle procedure di assunzione o dei requisiti di partecipazione delle procedure concorsuali né la legittimità dell’ammontare degli stipendi, ma l’applicazione e l’efficacia» delle misure adottate nei piani anticorruzione Rai. Un parere non vincolante per la Rai e che non invalida automaticamente le nomine stesse, 10 a tempo determinato, 11 a tempo indeterminato, più l’ultima, quella di Gianluca Semprini, preso da Sky.