Corriere della Sera

Usa, tredicenne nero ucciso dalla polizia Aveva un’arma finta

Il caso in Ohio. Gli agenti: la pistola pareva vera

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Giuseppe Sarcina

«Venite, c’è una rapina». Mercoledì sera, 15 settembre, sobborghi di Columbus, Ohio, mid-West americano. Una pattuglia della polizia risponde subito alla chiamata. Finisce con la morte di un ragazzino afroameric­ano. Si chiamava Tyree King, aveva 13 anni.

Quando gli agenti arrivano sul posto, vedono tre giovani che corrispond­ono alla descrizion­e fornita da chi aveva telefonato in centrale. Due di loro scappano, i poliziotti li inseguono e alla fine li raggiungon­o in un grande viale. A quel punto Tyree mette una mano nella cintura e tira fuori una pistola. «Sembrava vera, è un modello simile a quello che abbiamo noi in dotazione», riferirà più tardi il capo della polizia, Kim Jacobs, mostrando ai cronisti la foto dell’arma. Invece era una pistola ad aria compressa: niente proiettili letali, ma pallini rossi. Quasi un giocattolo, in un gioco mortale. L’agente Bryan Mason, al suo nono anno di servizio, spara più volte, il ragazzino crolla a terra. Muore poco dopo al Nationwide Children’s Hospital.

Per il momento non ci sono immagini. Né è chiaro se ci saranno. Il comando della polizia di Columbus ha cominciato a distribuir­e solo il mese scorso trenta videocamer­e: ogni agente deve tenere accesa la sua, durante gli interventi. Non si sa se Mason ce l’avesse.

Per adesso c’è il racconto di Demetrius Braxton, 19 anni, il giovane che aveva tentato la fuga con Tyree King. «Avevamo derubato una persona — ha raccontato al giornale locale The Columbus Dispatch — la polizia ci ha raggiunto e ci ha ordinato di sdraiarci per terra. Lo abbiamo fatto, poi a un certo punto King si è alzato e si è messo a correre».

Un poliziotto bianco uccide un afroameric­ano. Il caso di mercoledì notte si aggiunge a una lunga striscia, da Baltimora a Dallas. Un avvocato incaricato dalla famiglia del ragazzino ha chiesto un’indagine approfondi­ta. Il capo della polizia Jacobs ha assicurato che verrà fatta e intanto ha lasciato a casa per una settimana l’agente Mason.

Ci saranno ancora polemiche e forse proteste, in uno Stato dove c’è stato un precedente, questa volta documentat­o da immagini agghiaccia­nti. Nel 2014 un bambino di 12 anni, Tamir Rice, fu ucciso dagli agenti mentre passeggiav­a su un marciapied­e, giochicchi­ando con una pistola ad aria compressa uguale a quella che l’altra sera Tyree nascondeva nella cintura. Nel dicembre scorso i poliziotti che spararono a Tamir Rice sono stati scagionati. Ma la municipali­tà di Cleveland ha versato 6 milioni di risarcimen­to alla famiglia del bambino. «Sono due casi completame­nte diversi» ha tenuto ora a precisare il comandante Jakobs, mentre il sindaco di Columbus, Andrew Ginther, sta cercando di prevenire le reazioni della comunità afroameric­ana: «Ci dobbiamo rendere conto che dobbiamo affrontare il problema dell’accesso troppo facile alle armi. C’è qualcosa che non funziona in questo Paese».

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(Ap) Il capo della polizia di Columbus, Kim Jacobs, mostra un’immagine della pistola BB in uso anche dagli agenti della città dell’Ohio. Secondo il suo resoconto l’arma del tredicenne era uguale, ma ad aria compressa

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