Trump risale nei sondaggi e promette all’America 25 milioni di posti di lavoro
Dai valori del colesterolo, alto, alle percentuali dei sondaggi, alti anche quelli. Donald Trump sta vivendo un momento favorevole nella campagna elettorale. La sua avversaria, Hillary Clinton, è ricomparsa ieri dopo tre giorni di stop. La vicenda della polmonite, comunicata al pubblico con ritardo, ha lasciato il segno negli indici di gradimento. L’ultima rilevazione diffusa da New York Times e Cbc segnala che l’ex segretario di Stato ha perso 6 punti in un mese. Ad agosto guidava con il 46% contro il 41% di Trump; ora la distanza si è ridotta: 46% a 44%. Un’altra ricerca, condotta da Usc DornsifeLos Angeles Times capovolge le posizioni. Il front-runner repubblicano è in testa con il 47,2% contro il 41,3% della contendente.
Nel meccanismo delle presidenziali, però, è decisiva la distribuzione dei consensi, Stato per Stato. Secondo i sondaggi Trump ha sorpassato la rivale in due «Swing State», le realtà in bilico: in Florida è avanti con il 47% contro il 44% e in Ohio con il 46% contro il 41%. È interessante incrociare queste soglie con l’analisi dei redditi nel 2015, diffusa nei giorni scorsi dal Census Bureau. In Florida il reddito medio delle famiglie era ancora inferiore del 6% rispetto al 2008, livello pre-crisi; nell’Ohio lo scarto era pari al 3,3%. Ciò significa forse che esiste una relazione tra il disagio economico e il voto per Trump? Intanto Trump annuncia un programma economico pieno di promesse: «È ora di tornare a pensare in grande. Con Obama e Hillary Clinton l’economia è cresciuta in media solo dell’1%. Ho un piano per arrivare al 3,5% e creare 25 milioni di posti di lavoro». La ricetta è un mix di dottrine: taglio delle tasse; rinegoziazione dei trattati commerciali, investimenti sulle infrastrutture.
Non corro per essere presidente del mondo ma degli Usa. Lotterò per ogni singolo posto di lavoro Con me un tasso di crescita del 3,5% grazie a un taglio delle aliquote fiscali al 10% anziché al 35%