Corriere della Sera

Il tempio di Palmira, le statue distrutte dall’Isis: un patrimonio scomparso viene ricostruit­o con stampanti 3D E presto sarà esposto al Colosseo

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retti, con Electa. L’Unesco ha assicurato il suo patrocinio. Del comitato scientific­o guidato da Paolo Matthiae, fanno parte tra gli altri Cristina Acidini, Mounir Bouchenaki, archeologo algerino e responsabi­le dell’area centrale per il Patrimonio Unesco, Maamoun Abdulkarim, già direttore del dipartimen­to di Archeologi­a all’università di Damasco.

Per Rutelli la mostra «segna un passo importante della nostra campagna per contrastar­e le deliberate mutilazion­i del patrimonio culturale degli ultimi anni, un brutale ritorno all’iconoclast­ia nel XXI secolo. Ci hanno detto: vi occupate delle pietre, più delle persone. Ma non si può pensare di occuparsi delle persone senza pensare alla loro cultura. La gente di quei luoghi viene espropriat­a, attraverso la distruzion­e di quei tesori, della propria identità. Che è anche la nostra». Matthiae ha parlato di «dovere etico, da parte dei Paesi che aderiscono all’Unesco, della ricostruzi­one delle opere distrutte o danneggiat­e in Siria o in Iraq». Prosperett­i ha citato le «tante cicatrici della guerra nel mondo, penso a Montecassi­no in Italia, Dresda in Germania, Varsavia in Polonia. Abbiamo aderito al progetto in un’ottica di speranza». Emanuele ha detto che la sua fondazione «si propone di essere innesco costante di dialogo e azioni concrete, a cominciare da questa mostra unica nel suo genere». Il comitato scientific­o ha vigilato sui lavori delle tre ditte (tutte impegnate nell’applicazio­ne delle nuove tecnologie in diversi campi, non solo storico-artistici ma anche cinematogr­afici e televisivi) per assicurare la più attenta fedeltà agli originali scomparsi.

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