«Stavo perdendo autenticità. E ho smesso di sfilare»
Erika Cavallini: quanta distrazione con gli abiti in passerella. Per valutare un lavoro serve tempo
o deciso di non sfilare più. E non penso che sia un passo indietro: ho capito che la passerella stava togliendomi un po’ di autenticità». Erika Cavallini, sacerdotessa di un prêt-à-porter un po’ stropicciato, riavvolge il nastro. Mentre il mondo del fashion discetta sul «see now, buy now», lei ripensa all’identità del suo marchio.
Per la stilista emiliana, che nel 2009 ha debuttato con la linea omonima, è un ritorno alle radici. «Con la presentazione gli addetti hanno tempo di valutare il tuo lavoro, di toccarlo con mano. La parola chiave è verità, la stessa che ispira le
Nel vocabolario di Ralph c’è tutto: un ripasso aggiornato in proporzioni e tessuti che sottolinea il passaggio al «see now, buy now», addirittura più avanti di tutti. Perché tutta ma proprio tutta la sfilata da questa mattina è in vendita nelle boutique Lauren del mondo. «Oggi sono fiero di dividere con voi questo momento», scrive lo stilista in una lettera che gli ospiti trovano al proprio posto, nella Autunno/inverno 2016-17 La nuova collezione mie collezioni».
Quando nel 2015, subito dopo l’apertura del monomarca in via Sant’Andrea, a Milano, ha debuttato in passerella, sembrava che volesse ufficializzare il suo ingresso nel mondo dei «grandi». La sfilata è stata un successo, i tempi sono sembrati maturi per il salto di qualità: ma quella manciata di minuti che consumavano in fretta il lavoro di mesi, le hanno lasciato un dubbio. «Mi chiedevo se la ricerca pignola che faccio sulla materia e sui volumi fosse comprensibile in passerella. Coglievo una certa distrazione».
Durante la settimana della moda tornerà a presentare, sottolineando un cambiamento: il marchio Erika Cavallini si è «liberato» di quello SemiCouture. «Il passaggio è in corso da un paio di stagioni. Erika Cavallini è la collezione principale: Semi-Couture diventa una linea più accessibile, che verrà distribuita in canali differenti». C’è aria di cambiamenti, accentuati da una maturità che non rinnega il pas- «Non mi piace essere impostata: inserisco sempre una scucitura, un bottone diverso» Tutto luccica. Sete e paillettes da avanspettacolo e poi il grunge e un po’ di storia del costume. Capelli rasta, calzature da drag queen, mini abiti bustier, giacche militari, abiti sirena. Da Hugo Boss solo una borsa è pronta per essere acquistata subito, per gli abiti, gli americani, ma non solo, dovranno farsene una ragione e aspettare la primavera quando arriveranno in boutique. Jason Wu, lo stilista, ce la mette per energizzare la griffe. Ecco blocchi di colore incredibili (blu elettrico, rosso scarlatto, verde acceso) ispirati dai toni e dalle architetture delle piscine di David Hockney. Protagonista l’estate anche da Brooks Brothers by Zac Posen. Musa ispiratrice quella Gloria Guinness che fu fra le più belle e indomabili ed eleganti donne degli anni Sessanta. Musa di fotografi e artisti, ebbe quattro mariti e innumerevoli amanti. Una classe che si ritrova accennata negli abiti ammiccanti in voile di cotone e seta che lasciano scoperte le spalle o quelle in pizzo a vita bassa o nelle vesti a camicia. New York chiude e quasi tutto è già in vendita. Però desiderare ancora un po’ non sarebbe stato male. sato. «Il mio stile continua ad essere un elogio dell’errore, inserisco sempre una scucitura, un bottone diverso dagli altri». L’idea dello «see now, buy now» le interessa: «Mi piacerebbe farlo su alcuni pezzi selezionati, ma occorre una struttura aziendale pazzesca». L’uomo non è nei progetti. «Ci ho provato nel 2009, ma preferisco concentrarmi su quello che chiamo “il mio maschietto”, un guardaroba femminile con suggestioni maschili».
Per il 2017 ha un altro piano: «Debutteremo con l’e-commerce, prodotti speciali che si potranno trovare solo online».