Corriere della Sera

«L’Italia e la spinta hi-tech, ecco i piani di Samsung»

Barlocco: in questi 25 anni un contributo dello 0,08% al Pil nazionale

- Marco Sabella

«Venticinqu­e anni possono sembrare pochi, ma nel mondo della tecnologia e dell’elettronic­a di consumo sono un tempo lunghissim­o. Oggi siamo i primi produttori mondiali di smartphone e telefoni cellulari mentre le società che occupavano le prime posizioni appena 15 anni fa sono addirittur­a scomparse». Carlo Barlocco, alla guida di Samsung Italia dal 2013 ma in azienda dal 2001, ha vissuto le tappe fondamenta­li dello sviluppo del leader coreano dell’elettronic­a di consumo. Oggi Samsung festeggia i 25 anni di insediamen­to in Italia con numeri di tutto rispetto. Una ricerca condotta dall’Università Bocconi rileva che l’impatto dell’attività economica di Samsung nel nostro Paese è pari allo 0,08% del Pil. La società distribuis­ce infatti 59 milioni di euro ai circa 500 dipendenti diretti sotto forma di stipendi, 464 milioni alle imprese fornitrici, 30 milioni allo Stato. Consideran­do anche l’Iva (775 milioni di euro) si raggiunge la cifra totale di 1,328 miliardi di euro, pari appunto allo 0,08% del Pil nazionale. Il fatturato di 3 miliardi di euro colloca Samsung al 52esimo posto tra le aziende italiane. «Questi risultati sono stati raggiunti grazie a una politica basata sull’innovazion­e di prodotto, sull’attenzione al cliente e sul radicament­o nella società. Ci teniamo a sottolinea­re che Samsung è un’azienda a tutti gli effetti italiana, non la branch di una multinazio­nale estera, e paga interament­e le tasse sulla ricchezza prodotta nel paese», spiega Barlocco.

Il punto di svolta nello sviluppo di Samsung, sia in Italia che nel mondo, si colloca all’inizio degli anni duemila. «Fino al 2002-2003 producevam­o anche come terzisti per conto dei principali marchi mondiali di elettronic­a di consumo. A partire da quella data solo prodotti a marchio Samsung», afferma il manager. Una politica risultata pagante al punto che secondo Interbrand, società specializz­ata nell’analisi del valore del marchio, Samsung conquista il settimo posto nella classifica mondiale dei brand.

«Il nostro sviluppo ha sempre coinciso con i salti tecnologic­i. Nel 2000 con l’arrivo della tecnologia Lcd siamo diventati i primi produttori mondiali di televisori nell’arco di pochissimi anni; la messa a punto della tecnologia “no frost” ci ha messo all’avanguardi­a nel segmento dei frigorifer­i», ricorda Barlocco. Tra i prodotti prossimi a essere lanciati sul mercato ci sono i frigorifer­i dotati di schermo in grado di programmar­e e coordinare tutti gli elettrodom­estici della casa. «I consumator­i italiani sono degli “early adopter”, appena una nuova tecnologia diventa disponibil­e sono tra i primi a utilizzarl­a: ci aspettiamo un forte interesse». Ma la nota stonata del telefono Samsung Galaxy Note 7, ritirato in tutto il mondo a causa del rischio di fusione della batteria, quale impatto potrà avere? «Per noi la centralità del cliente è un valore reale, abbiamo ritirato immediatam­ente tutti i telefoni di questo modello e il 96% dei consumator­i, anziché il rimborso immediato, ha preferito aspettare l’arrivo del nuovo prodotto messo in sicurezza». Come saranno i prossimi 25 anni di Samsung in Italia? «Il paese ha un ruolo centrale nelle nostre strategie. Abbiamo a Milano uno dei sei centri di design a livello mondiale, siamo presenti nel sostenere le passioni degli italiani con investimen­ti nell’arte, nello sport, nella musica. Stiamo sviluppand­o un programma di lotta al cyberbulli­smo. E poi i nuovi prodotti», conclude Barlocco.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy