I nerazzurri tornano in Europa e perdono contro gli israeliani dell’Hapoel Be’er Sheva L’Inter tocca il fondo
Il turn over di De Boer si rivela disastroso E domenica a San Siro arriva la Juventus
L’Inter di scorta riesce a essere peggio della sua terza divisa gialloazzurra e subisce una lezione storica dall’Hapoel Be’er Sheva. Il 2-0 per gli esordienti israeliani non fa una piega perché nasce dal gioco, dall’ organizzazione, dallo sfruttamento delle palle ferme e, soprattutto, dalle idee. Quelle che non si sono mai viste in 95 minuti di sublime nulla interista. Per Frank De Boer è un pessimo segnale: tecnico, tattico ma anche mentale, perché le cosiddette seconde linee hanno fallito e perché con questo atteggiamento domenica con la Juventus rischia di essere una mattanza. Si vedrà se in poche ore l’olandese riuscirà a risistemare le cose, perché un conto sono la necessità di tempo per migliorare e certe fisiologiche crisi di crescita, un’altra l’imbarazzante e inaccettabile contro perfomance di ieri.
De Boer rinuncia a Icardi e sceglie sei uomini nuovi rispetto a Pescara: Ranocchia, Melo, Brozovic, Biabiany, Palacio e Eder. Questo non aiuta, ma ciò che manca soprattutto è un progetto tattico. E poi l’Hapoel corre di più e meglio, già tra il 6’ e l’8’ crea due palle gol con Buzaglo e Lucio Maranhao e si sostiene in fase difensiva con linee compatte e pochi fronzoli. Si capisce presto che non è una partita facile, ma non si capirà mai come addomesticarla: Brozovic si sgancia da trequartista ad alzare solo fumo lasciando Medel e Melo a palleggiare lentissimi in mediana. De Boer chiede di allargare la manovra, ma i terzini si stampano
7 gol subiti dall’Inter nelle ultime tre partite europee 5 conclusioni tentate da Eder, ma nessuna nello specchio
fieramente a testa bassa contro il muro e Biabiany non trova spazio. Un po’ meglio va Eder che da sinistra si scambia con Palacio centravanti ed è quello che trova più luce nel traffico alzato dall’Hapoel ai 20 metri. Una volta eccede col dribbling; un’altra, al 39’, colpisce un fragoroso palo. In mezzo però gli israeliani trovano la terza palla gol al 27’: Lucio Maranhao è solo su assist perfetto di Hoban, salva Handanovic che poi si infuria con i suoi, e non sarà l’ultima volta.
De Boer nell’intervallo coglie l’urgenza di un intervento, toglie Brozovic e inserisce Banega. Ma il gol al 9’ lo fa l’Hapoel e il modo è atroce per l’Inter: su punizione di Buzaglo scattano tre blocchi (uno su Medel al limite della regolarità), Nagatomo si impasta su Tzedek e Lucio Maranhao è libero di metterla al centro dove la difesa interista squarciata lascia Miguel Vitor libero di appoggiare in rete al secondo palo. Calcio a 5 in tazza grande, la differenza tra una squadra organizzata e un’armata allo sbando. Biabiany lascia per Candreva, ma reazione non c’è. Ci sono invece due chance per Lucio Maranhao (para Handa) e Nwakaeme, poi Buzaglo al 24’ raddoppia su punizione sotto l’occhio spento di Handanovic. Fdb lancia Icardi per il fischiatissimo Melo, ma è Bitton che in chiusura prende una traversa. Finisce coi mille israeliani in delirio e i restanti 10 mila interisti che fischiano. Come dargli torto?