Gli hacker colpiscono ancora la Wada Wiggins e Froome: «Nulla di nuovo»
Gli hacker del gruppo Fancy Bears sono tornati a colpire. E dopo i documenti, che riguardano le esenzioni mediche, sottratti alla Wada sugli atleti Usa, ecco gli altri. I nomi più importanti sono quelli dei corridori britannici Bradley Wiggins (foto) e Chris Froome, la ceca Petra Kvitova, due volte vincitrice di Wimbledon, e il tedesco Robert Harting, oro nel disco a Londra 2012. Le esenzioni per i due corridori, per asma e per un’allergia, erano già note e approvate dalla Wada. «Nulla di nuovo» sottolineano i due ciclisti.
Indebolito da atleti non all’altezza del compito, il ciclismo italiano di seconda fascia vince poco o nulla. Nel palmares 2016 dei quattro team Professional azzurri (75 corridori stipendiati, almeno formalmente) i terreni di conquista sono Albania, Romania, Turchia, Malesia. Da gennaio ad oggi — in oltre duemila giorni di gara individuali — totalizziamo la miseria di 40 vittorie, quasi tutte in Asia o Europa orientale. Battuti spesso da dilettanti però selezionati per meriti sportivi.
Già, ma come si determina il valore atletico in uno sport dove tempi e misure hanno valore relativo? Uno degli indici è la percentuale di ritiri durante le corse che in alcuni team Professional italiani è la più alta del mondo: tolti i capitani (spesso gli unici pagati decorosamente) molti altri si fermano a metà strada in una corsa su tre: ritirati cronici. Appena la testa del gruppo apre un po’ il gas o la strada si impenna, salgono in ammiraglia e tornano a casa. Per poter fare bella figura vengono spediti a correre in Cina o Azerbaigian.