Corriere della Sera

Ue, nuovo scontro L’ira di Renzi: rottura profonda

Referendum, lite con l’opposizion­e sul quesito

- di Maria Teresa Meli M. Franco Guerzoni, Trocino, Valentino

Renzi dopo l’esclusione dal vertice Merkel-HollandeJ-uncker: «Rottura profonda». Referendum, lite sul quesito.

«È ovvio che facciano un vertice senza di me. Si è registrata una rottura e fare finta di niente non ha nessun senso». Matteo Renzi non la prende troppo alla lontana e non fa finta che non sia successo nulla.

L’annuncio dell’incontro a tre — Angela Merkel, François Hollande, Jean-Claude Juncker — non lo coglie impreparat­o, e nemmeno arrabbiato più di tanto. «Dopo Brexit c’è stata una rottura profonda e non so quando e come sarà sanabile», spiega il presidente del Consiglio.

Racconta Renzi: «Dopo Brexit, siamo andati tutti a Ventotene, per cercare di immaginare e rilanciare un’Europa diversa. Sia Merkel che Hollande mi sembravano sinceramen­te interessat­i al mio progetto di rilancio dell’Europa. E quindi avevo pensato che tutti insieme avremmo potuto dare una scossa alla Ue. Così non è stato. Loro non ce la fanno proprio... Avranno le elezioni, avranno i loro problemi ma non ce la fanno...».

Perciò? Il presidente del Consiglio sembra ultimativo: «Io voglio la crescita, l’Europa sociale, e invece Germania e Francia vogliono vivacchiar­e, e questo io non lo posso fare,

Per il leader, Germania e Francia vogliono vivacchiar­e invece di puntare sulla crescita

non li posso seguire lungo quella china, perché sarebbe la morte dell’Europa».

Renzi non pare proprio avere dubbi a proposito: «A marzo 2017 festeggere­mo i 60 anni dell’Unione Europea, e io come dovrei presentarm­i davanti ai concittadi­ni di tutto il continente? Con un documento di quelli “tradiziona­li” in cui si dice tutto o niente, tanto fa lo stesso?».

Domanda retorica, ovviamente. Per ammissione dello stesso presidente del Consiglio,che spiega: «Io non ci sto a vivacchiar­e, che senso ha per l’Europa? No, non ha alcun senso, perché noi vogliamo farla vivere, non affossarla. Se l’alternativ­a deve essere vivacchiar­e con Angela Merkel, andandole appresso, o rompere questo stato di cose, allora io preferisco rompere».

E nella «rottura» di cui parla il premier è implicita anche l’esclusione dal vertice Merkel, Hollande, Juncker e pure una coda di cattivi rapporti europei che difficilme­nte si saneranno in poco tempo.

Dunque il presidente del Consiglio non si pente degli strappi che ha fatto. Tutt’altro. «Io — spiega il premier — voglio restituire un’anima e un sogno alla visione europea. Se vogliamo che veramente l’Europa abbia un futuro, io ci sono, se dobbiamo fare incontri inutili, no, allora passo e lascio gli incontri ad altri».

Per farla breve, secondo Matteo Renzi, «l’Italia non può stare con chi ha una visione di corto respiro, come Angela Merkel in questa fase»: «Ci aspettiamo di più e vogliamo di più. Se vogliamo fare le cose serie, noi ci siamo. Sappiamo tutti che se vogliamo rilanciare l’Europa dobbiamo cambiarne la direzione, senza fare finta che tante questioni non si esauriscon­o con degli accordi senza anima e senza orizzonti».

Dunque il presidente del Consiglio sceglie la «linea dura» nei confronti dell’Europa e della cancellier­a tedesca Angela Merkel. Costi quel che costi. Il che non significa, assicura il premier, che l’Italia farà per conto proprio, che non rispetterà i vincoli della Ue, pur criticando­li. «Io — spiega il presidente del Consiglio — non dico che faccio quello che cavolo voglio, ci mancherebb­e altro. Non infrangerò le regole europee».

Un’assicurazi­one. Con un’aggiunta: «Queste regole, come pure è stato scritto, prevedono che io possa ricostruir­e una scuola, dopo un terremoto, perché quei fondi sono fuori della legge di Stabilità, se così non fosse allora andrei avanti comunque, perché per me la priorità è ricostruir­e quella scuola».

Gli obiettivi

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