Corriere della Sera

Sul neoassesso­re gelo dei 5 Stelle

- di Ernesto Menicucci Buzzi, Tamburello

Al Bilancio Salvatore Tutino, Alessandro Gennaro alle Partecipat­e, l’ufficiale della Finanza Gianluca Berruti all’Anticorruz­ione: Raggi svela i suoi assi. Stasera i 5 Stelle a Palermo.

Di ufficiale ancora non c’è nulla e lui, Salvatore Tutino, non è uno che fa balzi in avanti, sbilancian­dosi con commenti e riflession­i. «Io sono un tecnico», va dicendo in queste ore a chi lo conosce bene e sa che non cambierà idea e comportame­nto quando arriverà in Campidogli­o nella squadra della sindaca Virginia Raggi. «Per me parla il mio curriculum» va ripetendo. Un curriculum da tecnico, per l’appunto, rivendicat­o anche quando ha ricoperto incarichi interni alla macchina dell’amministra­zione e del governo.

Non che Tutino non ami uscire allo scoperto. Anzi. Ma solo per esporre cifre, analisi e proposte legate alle sue competenze che spaziano dalla finanza pubblica al fisco. Il fisco soprattutt­o. Per anni, prima come semplice ispettore e poi come direttore del Secit, il Servizio centrale degli ispettori tributari, istituito nel 1980 dall’ex ministro delle Finanze Franco Reviglio, ha martellato parlamenta­ri, politici e giornalist­i con le sue denunce di evasione fiscale, al grido che in Italia si pagano troppe tasse, ma non le pagano tutti.

Già nell’84 assieme al gruppo del Crel, all’epoca l’Ufficio studi della Uil, presentò in occasione di un convegno dall’esplicito titolo «Io pago le tasse e tu?», un corposo dossier che servì all’allora segretario Giorgio Benvenuto per lanciare la prima battaglia antievasio­ne. In seguito puntò il dito contro le società di capitali e contro le imprese, ma approfondì anche le tematiche, e le misure, legate al reddito familiare. Sua la denuncia sul fatto che il single pagava solo poche lire in meno di tasse rispetto ad una famiglia numerosa. Si è occupato di redditomet­ro ma anche di tracciare una mappa dell’evasione e di indicare i fragili confini tra evasione e elusione.

Calabrese di origine — è nato a Siderno settant’anni fa — ma romano di formazione, Tutino è sposato, ha due figli ed è anche nonno. É uno dei fondatori del Cer, il Centro europa ricerche, e nel suo curriculum vanta anche tra il 1981 e 1983 una permanenza biennale presso il Dipartimen­to economico della Presidenza del Consiglio, e quindi dopo l’esperienza al Secit, iniziata nel 92, ha mantenuto l’incarico di dirigente generale del Ministero dell’Economia fino al 2006. Quindi la nomina, da parte del governo Letta, a giudice alla Corte dei conti.

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