Quel concorso infinito per i dirigenti
Bocciato dal Consiglio di Stato l’ennesimo concorso interno per la nomina dei dirigenti, l’Agenzia delle Entrate, da oltre un anno senza più «capi», rischia la paralisi.
L’intera classe dirigenziale dell’Agenzia era stata quasi interamente spazzata via all’inizio del 2015 da una sentenza della Corte costituzionale, perché gli incarichi erano stati attribuiti senza concorso, come prevede il ruolo pubblico. Ma tutte le nuove procedure di selezione dei nuovi dirigenti continuano ad essere bloccate dai ricorsi amministrativi, avanzati dai sindacati dei funzionari, ed ora anche dagli ex dirigenti «retrocessi».
La storia del concorso bocciato ieri, quello per la nomina di 175 dirigenti di seconda fascia, è emblematica. Venne bandito nel 2010, sei anni fa, ma è stato bloccato da vari interventi del Tar sollecitati dalla Dirpubblica, il sindacato dei funzionari, perché nella valutazione dei candidati si sarebbe tenuto conto anche dei punteggi acquisiti dai dirigenti incaricati e poi retrocessi. A ottobre 2015 il Consiglio di Stato dette via libera al concorso, purché venisse eliminato quel vantaggio riservato agli ex dirigenti. Sembrava la volta buona e tutto era pronto per partire. La data degli orali era fissata per il 26 settembre, ma ieri il Consiglio di Stato ha deciso un nuovo stop. A chiederlo, stavolta, sono stati gli ex dirigenti incaricati e «annullati» in attesa dei giudizi pendenti sulla legittimità degli incarichi attribuiti prima della Consulta. Così, quasi due anni dopo si torna al punto di partenza.