Roma, Raggi porta Tutino in giunta Ma la nomina divide i Cinque Stelle
Al Bilancio va l’ex giudice nel mirino di Ruocco e Di Battista, Gennaro alle Partecipate
«Signore e signori, vi presento i nuovi assessori di Roma Capitale». Sala delle Bandiere, Palazzo Senatorio, Campidoglio. Virginia Raggi, con un malcelato senso di liberazione, svela i suoi «assi» alla giunta riunita a porte chiuse: niente consiglieri comunali, stavolta, zero aiutanti o persone di staff. Le comunicazioni sono riservatissime e non devono uscire da quella stanza.
Come mai tanta segretezza? Perché Raggi, dopo le tre settimane di stallo cominciate con le dimissioni di Carla Romana Raineri e Marcello Minenna e proseguite tra una sequela di «no» e il «pasticcio» De Dominicis, finalmente può comunicare i sospirati nomi mancanti: al Bilancio va Salvatore Tutino (ieri presente in giunta), ex dirigente del ministero dell’Economia e già consigliere della Corte dei conti, tacciato in passato da esponenti del M5S oggi avversi a Raggi, di appartenere alla «casta». Nessuno per ora si sbilancia, ma in pochi hanno apprezzato, a cominciare da Carla Ruocco e Alessandro Di Battista che nel 2013 attaccarono proprio il magistrato, perché la sua nomina
All’Anticorruzione, e forse in futuro capo di gabinetto, l’ufficiale della Finanza Berruti
alla Corte dei conti venne fatta da Palazzo Chigi poco prima che entrasse in vigore la legge di Stabilità nella quale era contenuto il tetto di 300 mila euro per le retribuzioni derivanti da incarichi e pensione: «Questo fa il nuovo Pd di Renzi! Se non ci fossero i cittadini nelle istituzioni certe notizie difficilmente uscirebbero», scrisse in un post Di Battista. Molti attivisti, adesso, sono inferociti: «Purtroppo è la conferma dei dubbi che avevamo su Raggi» si lascia scappare qualcuno.
Alle Partecipate è stato designato Alessandro Gennaro, classe ’77, professore alla «Sapienza», nativo di Veroli, provincia di Frosinone. Come responsabile dell’Anticorruzione, Il candidato L’ex giudice Salvatore Tutino nei prossimi giorni sarà nominato assessore al Bilancio e forse un domani come capo di gabinetto, il tenente colonnello della Guardia di Finanza Gianluca Berruti, fratello maggiore dell’attore Giulio, uno dei «belli» della tivù cui è stato recentemente attribuito un flirt con una delle due figlie di Giovanni Malagò e Lucrezia Lante della Rovere. La «squadra» di Raggi, così, sarebbe di nuovo quasi al completo. Resta aperta la questione-Muraro, l’assessora sotto inchiesta
Ieri l’annuncio davanti agli altri assessori, le scelte ratificate la settimana prossima
per i rifiuti, che se ne tira dietro un’altra: la scelta del nuovo amministratore unico di Ama. Ieri l’assemblea dei soci è andata deserta e quindi per ora il dimissionario Alessandro Solidoro deve restare.
Alla sindaca, comunque, per ora basta così. L’obiettivo, infatti, era quello di andare a Palermo, per la manifestazione «Italia a Cinque Stelle» organizzata da Roberta Lombardi, con due «doti»: da un lato l’aver seguito la linea di Beppe Grillo sull’Olimpiade; dall’altro, però, aver fornito l’ennesimo segnale di autonomia (e «smarcamento» dai vari direttori) nella scelta dei nuovi assessori, che Raggi vuole annunciare dal palco siciliano.
L’altro nome, quello di Gennaro, è il «coniglio» che esce fuori dal cilindro. Lui, al telefono, non conferma e non smentisce: «Io assessore? Non sono ancora stato nominato...». Ma conosce la sindaca? «Non direttamente...». Ma ha mandato il suo curriculum, ha partecipato alla selezione? «A queste domande preferirei non rispondere. Non posso». La consegna per tutti, infatti, è il silenzio più assoluto.
Le nomine saranno ufficiali la settimana prossima, quando dovrebbe arrivare in Assemblea Capitolina la mozione per il ritiro della candidatura olimpica di Roma: documento sul quale, a seconda della stesura, pende il rischio di ricorso al Tar e alla Corte dei conti, rispetto al quale 17 consiglieri su 29 si sono già assicurati.
Anticorruzione Slitta l’ufficialità