Referendum, lite sul quesito. «Aiuta il Sì»
Brunetta: imbroglio. Il giudice che ha dato il via libera: riproposto il titolo della legge. Verso il voto il 4 dicembre
Il primo a indignarsi è Renato Brunetta, che lancia dichiarazioni di fuoco alle agenzie definendo Matteo Renzi «un imbroglione». Seguono a ruota molti esponenti del centrodestra, ma anche un Massimo D’Alema al vetriolo, che parla di «arroganza al potere», di «testo ingannevole» e di «plebiscito». Sotto accusa, il quesito del referendum costituzionale che, secondo le accuse, sarebbe troppo di parte: ovviamente a favore del Sì. Accuse rispedite al mittente dal governo.
La data del referendum non Il quesito Ecco il facsimile della scheda del referendum costituzionale è ancora fissata e sarà annunciata dopo il Consiglio dei ministri del 26 settembre. Le indiscrezioni danno come più papabile il 4 dicembre, anche se non è ancora esclusa domenica 27 novembre. Quello che è certo è il testo che gli elettori si ritroveranno sulla scheda. Ed è quello che viene contestato. Secondo Brunetta (Forza Italia), si tratterebbe di un «vero e proprio spot per il Sì. Una domanda confezionata ad arte. Un imbroglio bello e buono». Per Francesco Paolo Sisto (FI) si tratta di «propaganda che ha superato ogni limite». Roberto Calderoli evoca «Cetto La Qualunque» e la «circonvenzione dell’elettore».
Per il governo risponde il ministro Maria Elena Boschi: «Caro presidente Brunetta, non c’è nessun imbroglio e nessun trucco. Il quesito referendario si limita a riprodurre il titolo della legge». Che recita: «Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione».
Chiarisce il dilemma Aniello Nappi, relatore del provvedimento finale nell’Ufficio centrale del referendum costituito in Cassazione: «Il referendum costituzionale ha il quesito predeterminato. Non abbiamo la possibilità di modificarlo, come avviene per l’abrogativo. E in quel caso, infatti, decide la Consulta». Ma il titolo «suggestivo», cioè che suggerisce la risposta? Per Nappi, nulla quaestio: «Il testo mica se l’è inventato Renzi, l’ha approvato il Parlamento. Brunetta si lamenta? Ma l’ha votato in prima lettura. E poi perché non si è alzato per chiedere la modifica del titolo? Nessuno l’ha fatto, che io sappia».